M5S contro il blocco, mentre nel Pd ci sono voci discordanti. Esultano in Forza Italia e Fratelli d’Italia, nessun commento dalla Lega.
Fine della corsa al cashback. Il programma introdotto al Governo Conte II che consente il rimborso del 10% degli acquisti attraverso carte di credito e bancomat fino a un massimale di 150 euro, verrà interrotto dal 1 luglio. Lo stop sarà comunque di sei mesi, in attesa di rinnovare la normativa e valutare se ci siano le condizioni per il suo ripristino, dopo un’attenta analisi da parte del ministero del Tesoro e della Presidenza del Consiglio.
La formula finora è costata alle casse dello Stato ben 5 miliardi di euro. Era nata come una forma di lotta all’evasione fiscale e stimolo ai consumi in contrasto alla stagnazione dell’economia dovuta alla pandemia da Covid e aveva visto un numero altissimo di adesioni: 8.9 milioni i cittadini iscritti per un totale di 784.4 milioni di transazioni elaborate a oggi.
Il cashback è stato fortemente voluto dalla maggioranza formata dal Movimento 5 Stelle, che critica lo stop. La posizione del M5s è passata ufficialmente da una nota dei portavoce del Movimento in Commissione Finanze alla Camera: “La sospensione del meccanismo del cashback è un grave errore. Ha stimolato l’uso dell’app Io, incentivando la digitalizzazione. L’incentivo ha avuto un enorme riscontro, soprattutto tra i giovani ed è una misura che si ripaga da sola. Di fatto, si sceglie inopinatamente di tornare al passato, invece di sostenere un programma anti-evasione che sta funzionando. Ci auguriamo che si torni indietro sulla decisione presa in Cabina di Regia“.
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Per l’esponente grillina Carla Ruocco, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario, “il cashback ha obbligato i negozianti furbetti a mettere il Pos, ha aiutato gli anziani ad attivare lo spid e una carta alla Posta. Ha sostenuto i nostri giovani. Con il Governo Conte, anche con il cashback, investimmo nel futuro e nella digitalizzazione. Eliminarlo è folle!” scrive su Twitter. Anche per il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, “la sospensione del cashback è un errore, l’ho detto e ripetuto ieri in cabina di regia. Mi auguro si possa tornare indietro su questa decisione” mentre per la ministra alle Politiche Giovanili Fabiana Dadone “chiederemo in Consiglio dei Ministri i motivi di questa decisione”.
Chiede di rivedere la sospensione anche una parte del Partito Democratico. Per Marco Furfaro, membro della Direzione dem, “il cashback ha costretto esercizi che si facevano pagare a nero a installare il Pos, contribuendo alla lotta all’evasione. Ha stimolato i consumi: entro il 2025 avrebbe prodotto un gettito fiscale di 9 mld (dati Mef). Sospenderlo è un regalo a chi lo detestava per queste ragioni“. “Non condivido la scelta di sospendere il cashback per il prossimo semestre”, fa eco il deputato dem, Michele Bordo, responsabile Pd per la Coesione e il Mezzogiorno. “Una cosa è correggere ciò che non ha funzionato del meccanismo, altra cosa è sospenderlo. Il cashback ha consentito in questi mesi un maggiore utilizzo della moneta elettronica, un migliore tracciamento dei pagamenti, la riduzione del nero e dell’evasione fiscale. Spero che ci sia spazio per rivedere la decisione assunta ieri dalla cabina di regia riunitasi a Palazzo Chigi”.
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Non sono tutti d’accordo però nel Pd. Per Antonio Misiani, responsabile economico del partito, “la sospensione del Cashback deve essere l’occasione per un monitoraggio accurato dei risultati della sperimentazione e l’introduzione dei correttivi necessari per migliorare la strategia di incentivazione dei pagamenti digitali, così come chiesto dal Senato con la risoluzione del 7 aprile scorso“
Contraria allo stop Sinistra Italiana. “Dovevano bloccare i licenziamenti e invece hanno bloccato il cashback. Dovevano ascoltare le organizzazioni sindacali dei lavoratori e finora li hanno ignorati In sostanza, al di là degli slogan il governo dei migliori ha finora eseguito il diktat di Confindustria” afferma il segretario nazionale Nicola Fratoianni in una nota.
Accoglie favorevolmente la sospensione il centrodestra, sebbene la Lega finora non si sia espressa. Per Licia Ronzulli, vicecapogruppo al Senato e responsabile per i rapporti con gli alleati di Forza Italia, “con lo stop del cashback si manda in soffitta una misura inutile e molto dispendiosa il cui effetto più immediato è stato quello di favorire i tanti che, nella corsa al rimborso, per mesi hanno suddiviso in più tranche il pagamento dei propri acquisti per effettuare quante più operazioni possibile“.
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E con lei anche Anna Maria Bernini presidente, presidente dei senatori di FI: “La sospensione è una decisione di buonsenso che farà risparmiare più di mezzo miliardo alle casse dello Stato, e il nostro auspicio è che si tratti di uno stop definitivo, perché si tratta di una misura demagogica i cui costi hanno ampiamente superato i benefici. Un provvedimento che ha innescato tra l’altro la corsa di migliaia di furbetti intenti a frazionare lo stesso pagamento in più operazioni per avere diritto al maxi rimborso finale“.
D’accordo con la decisione anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: “FdI è stata l’unica forza politica a dire chiaramente da subito che cashback e lotteria degli scontrini sono una idiozia che ci costa 4 miliardi. Un tentativo di controllare gli italiani in cambio di una elemosina. Ora ci è arrivato anche il governo Draghi. I quasi 2 miliardi risparmiati siano ora destinati ad attività e lavoratori colpiti dalla crisi e dalle chiusure, come avevo chiesto di fare al premier in una lettera inviata il 3 marzo scorso”.
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