Studenti tassati come lavoratori e costretti a versare l’Irpef. E invece di modificare la legge, si preferisce intervenire caso per caso
L’Italia non è un paese per giovani, questo purtroppo lo abbiamo capito. Ma a volte il Paese raggiunge punti di ostacolo davvero troppo grandi, soprattutto quando ci si mette di mezzo il Fisco. Da quanto si apprende un articolo apparso su La Repubblica, infatti, vi è un caso che riguarda la tassazione delle borse di studio per gli studenti meritevoli che ha dell’incredibile.
Secondo un documento prodotto dalla Bicamerale sulla riforma tributaria, l’articolo 50 del Testo unico delle imposte sui redditi definisce le borse di studio come “redditi assimilabili al lavoro dipendente“. Insomma sul bonus concesso allo studente, questo deve pagare l’Irpef allo Stato come fosse una tassa sul lavoro. E invece che modificare l’articolo, mettendo fine all’ingiustizia, si è proceduto a esentare i vari casi senza modificare la legge.
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L’articolo riporta l’elenco della Corte dei Conti di coloro che sono esenti: le borse regionali per gli studenti universitari; le borse universitarie della provincia di Bolzano; le borse di studio bandite dal 2000 del programma Socrates; le borse per la specializzazione in medicina e chirurgia; le borse di studio a vittime del terrorismo; le borse erogate dalla Fondazione articolo 34; le borse Erasmus per studenti di università a vocazione artistica; i contributi in natura per la formazione sociale; il bonus cultura diciottenni creato dal Governo Renzi.
Inoltre c’è un altro punto controverso: “Se la borsa di studio è stata erogata per il rendimento scolastico o accademico, la detrazione spetta per l’intero anno; se, invece, è stata corrisposta in relazione alla frequenza in un particolare corso, spetta per il periodo di frequenza obbligatoria prevista“.