Il difensore di Enrico Perocchio ha chiesto di replicare l’incidente:«Facciamo precipitare la cabina 4 come la domenica di maggio»
Il legale difensore di Enrico Perocchio, direttore di esercizio della funivia, ha chiesto di replicare l’incidente della cabina 3 per comprendere le cause della rottura della fune. «Il nostro interesse», spiega il legale di Perocchio, Andrea Da Prato, «è contribuire ad accertare le cause di questo disastro». Ecco perché la difesa di uno dei tre indagati chiede di replicare l’incidente che ha coinvolto la cabina numero 3 della funivia sulla numero 4, usando la stessa fune che si è spezzata il 23 maggio.
Ciò vorrebbe dire far “precipitare” la cabina numero 4, con le stesse condizioni di carico in cui si trovava la cabina numero 3 quando è avvenuta la tragedia in cui sono morte 14 persone. Si tratterebbe di una specie di “crash test”, un “esperimento giudiziale”.
La difesa di Perocchio chiede che il suddetto esperimento si svolga nella stessa sede dell’incidente probatorio dell’8 luglio, prima che qualcosa possa essere rimosso o alterato dalla scena, attualmente posta sotto sequestro. Si chiede che la perizia si estenda a tutti i dispositivi hardware contenenti info memorizzate dal registratore di eventi e che quei dispositivi siano analizzati con la fune, coi resti della cabina e delle tre stazioni della funivia. «Dal momento che il gip ha chiesto che nell’incidente probatorio venga esteso l’esame a tutte le componenti meccaniche ed elettriche della funivia, è coerente che vengano inclusi anche i supporti hardware», aggiunge Da Prato.
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Perocchio ha sempre detto di essere estraneo all’uso dei forchettoni per fermare i freni aggirando così un problema al sistema frenante, pratica ammessa davanti al gip dal caposervizio Gabriele Tadini. Perocchio aveva definito «scellerata la decisione di usare i forchettoni», negando di averlo mai saputo: «Non avrei mai avallato quella scelta», aveva detto al gip. «Le reali circostanze che hanno determinato la rottura della fune vanno accertate in maniera seria e rigorosa», chiosa il suo legale.