Crollo del ponte Morandi, la procura chiede 59 rinvii a giudizio. Dieci le persone per le quali è stata stralciata la posizione. Chiesto il giudizio per le società Aspi e Spea. Il procuratore aggiunto D’Ovidio: “Oggi c’è la massima soddisfazione”.
Si è chiusa il 22 aprile scorso l’inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Con 69 indagati, tra le accuse formulate c’è anche quella di omicidio stradale. I periti del pm parlano di “interventi di manutenzione mai eseguiti in 51 anni”, ma anche di “incoscienza”, “negligenza” e di “comunicazioni incomplete, equivoche e fuorvianti”. Ad oggi, però, i pm contestano ad alcuni degli imputati anche la colpa cosciente (dato che “ci fu immobilismo e consapevolezza dei rischi”).
La procura di Genova ha chiesto infatti il rinvio a giudizio per 59 persone, con le accuse di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo doloso, omissione d’atto d’ufficio e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sul lavoro. Il giudizio è stato chiesto per le società Aspi e Spea, mentre il processo è stato chiesto anche per l’ex amministratore delegato di Aspi, Giovanni Castellucci.
“Oggi c’è la massima soddisfazione”
Erano 71 gli iniziali indagati relativi al crollo del ponte Morandi di Genova. Tre di questi (Luigi Forti, Celso Gambera e Graziano Baldini), tuttavia, sono morti prima della chiusura delle indagini, ufficializzata ad aprile scorso. Al momento, sono 59 le persone rinviate a giudizio. Tra queste, si annoverano gli ex vertici e gli ex dirigenti di Aspi. I pm hanno chiesto il processo, tra gli altri, per l’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci, il manager Paolo Berti e l’ex direttore delle manutenzioni Michele Donferri Mitelli e per l’ex ad di Spea (la controllata per le manutenzioni), Antonino Galatà.
Coloro che risulteranno condannati dovranno pagare anche le spese processuali, comprese quelle relative al software che la procura ha usato per elaborare i migliaia di file sequestrati e il cui costo si aggira sui due milioni di euro. Sono invece dieci le persone per le quali è stata stralciata la posizione. Si tratta di Roberto Acerbis, Vittorio Barbieri, Galliano Di Marco, Giovanni Dionisi, Carlo Guagni, Giorgio Peroni, Luigi Pierbon, Alessandro Pirzio Birolli, Giorgio Ruffini e Alessandro Severoni.
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In merito ai rinvii a giudizio si è espresso anche il procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio: “Il momento emotivamente più critico, è stato quello del 14 agosto 2018, quando abbiamo ricevuto la notizia. Oggi c’è la massima soddisfazione, con la consapevolezza che i miei colleghi Terrile e Cotugno hanno fatto un gran lavoro, sono stati straordinari”.