Carcere di Avellino, i video pubblicati su TikTok da un detenuto [VIDEO]

Il detenuto in questione è irregolarmente in possesso dello smartphone con cui riprende l’interno del carcere e incita alla criminalità.

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Carcere di Avellino, i video pubblicati su TikTok da un detenuto [VIDEO] – www.meteoweek.com – Credit: Pixabay
Immagini dell’interno del carcere di Avellino e incitazioni alla vita criminale. È questo il contenuto dei video pubblicati su TikTok da un detenuto. Ma come può pubblicare filmati sui social media se si trova in cella? È proprio questo il punto. Un carcerato non può avere in suo possesso un cellulare – figurarsi uno smartphone – men che meno può diffondere video in cui viene mostrato l’interno della casa circondariale. O viene esaltato chi segue una condotta di vita contro la legge. Il contenuto dei video – già di per sé – è discutibile. Ma il fatto che a diffonderli sia un detenuto è sconcertante. Anche per il fatto che il social scelto per la condivisione dei filmati è uno dei più seguiti, al momento, da adolescenti e ragazzi.

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La denuncia del consigliere regionale

A denunciare l’episodio del detenuto in possesso di un cellulare è stato un consigliere regionale, Francesco Emilio Borrelli, che ha spiegato che il video è stato girato un anno fa. Il filmato ha una durata di 57 secondi e mostra l’interno di una cella con la porta aperta. Si vedono le brande su cui i detenuti dormono, gli utensili e il televisore a schermo piatto acceso. Sembra una cella piuttosto confortevole. Nel video non sono presenti persone: non compaiono altri detenuti riconoscibili.

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È allarme cellulari nel carcere di Avellino

Non è la prima volta che accade una cosa simile. Anzi. Nel carcere di Avellino è ormai frequente che vengano sequestrati mini-cellulari ai detenuti. Gli smartphone vengono introdotti con vari sotterfugi nelle prigioni, per dare ai condannati la possibilità di avere comunicazioni non controllate con il mondo esterno. Per questo da tempo  i sindacati della polizia Penitenziaria chiedono al Dap di schermare le Case di reclusione. Vale a dire fare in modo che i cellulari non abbiano campo né rete, rendendo inutile possederne. Prima tra tutti quella di Avellino, dal momento che ospita anche detenuti per associazione camorristica nel reparto di massima sicurezza.

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Camilla Palladino

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