L’attrice premio Oscar Tilda Swinton racconta chi è per lei Pier Paolo Pasolini, al quale dedica “Embodying Pasolini”, performance realizzata insieme allo storico della moda, ex direttore del Museo Galliera di Parigi e fashion curator di fama mondiale Olivier Saillard, presentata in anteprima assoluta domani negli spazi del Mattatoio di Roma per il cartellone di Romaison.
“Un poeta politico senza tempo e per questo moderno”. “Un artista sociale, senza legami”. Ma anche, con un sorriso, “supersonico e intergalattico”, è questo è molto altro per l’attrice Premio Oscar Tilda Swinton, che non lesina aggettivi per raccontare chi è per lei Pier Paolo Pasolini.
Le creazioni che evocano il mondo Pasoliniano
Cuore della performance, gli abiti capolavoro che Danilo Donati realizzò per i film diretti da Pasolini e che ora la Swinton, semplice kimono bianco indosso, quasi fosse una seconda pelle, estrae da un grande scatolone e pezzo dopo pezzo indossa, in un gesto che è molto più significante: è quasi un incarnare su di se’ ciò che tutte quelle creazioni raccontano, rappresentano, evocano, da pellicole come “Il vangelo secondo Matteo”, “Uccellacci uccellini”, “Edipo re”, “Porcile”, ma anche “Decameron”, “I racconti di Canterbury”, “Il fiore dei Mille e una notte”, fino a “Salò o le 120 giornate di Sodoma”. Un omaggio non casuale. “Scoprii Pasolini girando il mio primo film, Caravaggio di Derek Jarman – ha raccontato l’attrice – Lui ne era ispirato, come gran parte degli artisti intelligenti. E da allora Pasolini è stato alla base di tutta la mia carriera. Oggi quando qualche studente mi dice di non conoscerlo rispondo: siete fortunati, perché potete vederlo per la prima volta e andare a esplorarlo”.
La performance debutta anche alla vigilia del centenario della nascita del regista, festeggiata il prossimo anno. “Roma – dice la sindaca Virginia Raggi – è già pronta a ospitare una serie di eventi e mostre a Palazzo delle Esposizioni, al Maxxi, alle Gallerie nazionali Barberini e Corsini e poi in tutta la città”.