Il Jerusalem Post rivela che l’operazione sabotaggio contro l’impianto atomico in Iran ha creato ingenti danni nonostante le smentite di Theran.
Nonostante l’Iran avesse sottolineato che l’operazione di sabotaggio fosse fallita e che non ci fossero stati danni, il Jerusalem Post dichiara il contrario. Sarebbero stati ingenti i danni provocati dall’ “operazione di sabotaggio” contro una delle strutture dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica(IAEO). Ma il giornale non ha però conferme indipendenti dell’accaduto. Secondo il JP, il sito finito nel mirino sarebbe utilizzato per mettere a punto le centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. Questo potrebbe indicare un arricchimento della Repubblica islamica del programma per l‘arma nucleare.
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Un funzionario dell’intelligence e una fonte iraniana citati dal New York Times sostengono che l’attacco abbia colpito uno dei principali centri per le centrifughe in Iran, noto come Iran Centrifuge Technology Company o Tesa. Questo è uno dei siti che lo scorso anno l’Amministrazione Trump aveva indicato ad Israele come obiettivo di un possibile attacco.
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Il Jerusalem Post cita un rapporto del 2017 dell’Institute for Science and International Security del direttore David Alrbight e dell’ex funzionario dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica Olli Heinonen secondo cui nel 2011 i Mojahedin del popolo hanno rivelato che la struttura era uno dei siti per la fabbricazione di centrifughe vicino alla città di Karaj, indicata come sito Taba.