Il commento ad una statua posta nello storico quartiere di Trastevere a Roma diventa argomento di scontro politico e sociale.
L’arte, per sua stessa definizione, è divisiva: coinvolgendo i sentimenti individuali spesso in passato le creazioni dell’ingegno sono state oggetto di feroci polemiche, sabotaggi e scontri tra opposte fazioni. Non sfugge a questa regola “Dal panino si va in piazza“, opera di Amedeo Longo nell’ambito del “Progetto Piazze Romane” organizzato dagli studenti della Rome University of Fine Arts e in esposizione fino a settembre 2021. L’opera rappresenta una porchetta di travertino, prodotto alimentare che Wikipedia definisce “piatto tipico dell’Italia centrale e di poche regioni settentrionali. Consiste in un maiale intero, svuotato, disossato e condito. Il suo consumo è tradizionalmente associato ai venditori ambulanti che si recano dov’è previsto un notevole afflusso di persone“. E nella giornata di ieri a Piazza San Giovanni della Malva, nel cuore di Trastevere, di persone effettivamente ce n’erano parecchie, a protestare contro l’opera poichè, a detta loro, celebrerebbe il sacrificio degli animali per soddisfare un piacere del palato non necessario e non per forza condiviso da tutti i romani.
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In una nota della LAV di Roma (Lega Anti Vivisezione) si legge infatti: “Nelle intenzioni di Sabrina Alfonsi e Giuseppa Urso, rispettivamente presidente e assessora alla Rigenerazione urbana del Municipio Roma 1, la statua dovrebbe celebrare una tradizione romana andata perduta, l’atto aggregativo e itinerante del consumare il cibo all’aperto – afferma David Nicoli, LAV Roma – ma l’opera offende la sensibilità di circa trecentomila romani vegani e vegetariani, che in essa vedono un insulto al valore della vita degli animali esseri senzienti, al loro sacrificio forzato in nome di una preferenza alimentare nemmeno necessaria ma solo egoistica“.
Striscioni, megafoni, proteste a volte più pacate altre più dure (c’è chi ha chiesto la rimozione coatta dell’animale di pietra) alla presenza dell’autore Longo che si è prestato ad ascoltare le critiche ed è rimasto in piazza durante lo svolgimento della manifestazione di protesta. Se parte della cittadinanza ha sin da subito accettato questa nuova presenza rendendolo oggetto di video e selfie, non sono mancate le critiche e l’ironia social verso un’opera ritenuta non qualificante il centro storico di una delle più belle città del mondo.
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Il candidato sindaco Carlo Calenda non ha mancato di twittare: “Siccome a Roma non abbiamo abbastanza animali di vario genere l’amministrazione ha deciso di abbellire la città con questo meraviglioso maiale in marmo”. Tra chi ricorda che “gli animali non sono panini ma esseri senzienti” e chi difende la bontà dell’opera e di tutto il progetto “Piazze Romane” come riqualificazione e stimolo all’arte per il territorio, la polemica è aperta.