In un bando risalente al 2018 si richiedevano requisiti differenti a extracomunitari con permesso di soggiorno rispetto agli italiani
Secondo il tribunale di Torino, il bando per l’aiuto affitti della regione Valle d’Aosta è discriminatorio, ragion per cui l’ente ha condannato la Regione a riaprirlo (il bando è del 2018) oppure «ordina di aprire un nuovo bando integrativo con lo stanziamento di somme pari almeno a un terzo di quello precedente».
Il bando era inerente l’attribuzione del contributo affitti per il 2018 in cui si prevedeva l’erogazione di cifre tra i 2mila e i 3mila euro per famiglie bisognose. Ma i requisiti chiesti ai cittadini italiani erano differenti da quelli richiesti agli stranieri con permesso di soggiorno. Il bando si rivolgeva a famiglie il cui Isee doveva arrivare a 12mila euro.
Agli stranieri però, si chiedeva il permesso di soggiorno di lungo periodo (in pochi lo possiedono), escludeva chi aveva una casa di proprietà nel proprio paese d’origine e chi non poteva dimostrare di non avere altre proprietà all’estero tramite certificazione ufficiale rilasciata dal Paese da cui veniva. Molti richiedenti asilo e rifugiati non possono avere quei documenti.
Era concesso di accedere al bando solo a straniei residenti in Val d’Aosta da almeno 4 anni.
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Ergo, l’aver stabilito ulteriori requisiti “non è illegittimo”, spiega il giudice, ma quelli aggiunti dalla Regione sono discriminatori perché «precludono l’accesso al contributo proprio alle categorie più bisognose». Il giudice ha detto che «l’onere di documentare l’assenza di proprietà è imposta solo agli stranieri e non agli italiani» e per questo ha carattere discriminatorio.
Il giudice ritiene “irragionevole” anche il vincolo dei quattro anni di residenza in Valle d’Aosta. Questo poiché «non c’è nessuna ragionevole correlazione tra la residenza prolungata nella regione e la condizione di bisogno. Il requisito in questione determina un particolare svantaggio per gli stranieri».
Al nuovo bando potranno accedere tutti gli stranieri con regolare permesso di soggiorno con gli stessi requisiti che vengono chiesti ai cittadini italiani. La Val d’Aosta dovrà anche pagare 100 euro di multa per ogni giorno in cui ha ritardato nell’eseguire l’ordinanza.
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