Condanne da 4 a 11 anni per un sistema che intendeva lucrare sull’emergenza. Ecco che cosa è successo
Condannata a 11 anni di carcere Daniela Giaconi, finita in manette il 2 luglio 2019 con l’accusa di aver gestito “di fatto” un presunto “sistema” fondato su 4 onlus che avrebbero falsificato documenti per gestire l’accoglienza di centinaia di migranti. A costoro, però, davano poco o nulla, perché intendevano solo “lucrare” sull’emergenza. Il Tribunale di Milano ha inflitto altre 9 condanne a pene tra i 4 anni e i 6 mesi. Inoltre, ha disposto la confisca di quasi 9 milioni di euro. Le accuse erano associazione a delinquere, truffa allo Stato, autoriciclaggio.
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La pena più alta è stata inflitta a Giaconi, poi 7 anni a Letizia Barreca e 8 anni e 3 mesi a Sandra Ariota. La donna e le altre persone coinvolte avrebbero utilizzato per “scopi personali” circa 4,5 milioni dei 7,5 milioni avuti tramite bandi delle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia. Il Ministero dell’Interno, costituitosi parte civile nel processo, ha avuto un risarcimento pari a 200mila euro. Giaconi e gli altri avevano ricevuto un’ordinanza dalla Gdf di Lodi in un’inchiesta che ha portato alla luce uno “scenario del malaffare” sulla pelle dei migranti.
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