Sempre più individualisti e sempre meno abbandonati in Gesù, cerchiamo continuamente approvazione, non sentendoci mai abbastanza amati.
Il Signore è la forza del suo popolo,
rifugio di salvezza per il suo consacrato.
Salva il tuo popolo, o Signore,
e benedici la tua eredità,
sii loro pastore e sostegno per sempre. (Cf. Sal 27,8-9)
Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia. E il Signore concluse un’alleanza con lui.
Dal libro della Gènesi
Gn 15, 1-12.17-18
In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande».
Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede».
Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle»; e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.
Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono. Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi.
In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza
io do questa terra,
dal fiume d’Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate».
Parola di Dio.
R. Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie. R.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto. R.
Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi. R.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco. R.
Dai loro frutti li riconoscerete.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7, 15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Parola del Signore.
Il Vangelo di oggi ci pone di fronte a un tema radicale per la vita di ciascuno e in modo particolare per la società in cui viviamo. Oggi c’è troppo spesso la tendenza a mostrarsi in un modo falsato rispetto alla realtà: basta dare un’occhiata sui social, o parlare con qualcuno in strada. Tutti si presentano nel migliore modo possibile.
Eppure, nel frattempo leggiamo quotidianamente di drammi sociali, delitti, poveri in aumento, persone senza lavoro, famiglie che si sfasciano. Perché allora accade tutto questo?
Forse perché troppo spesso abbiamo la tendenza a mostrarci diversamente da come siamo, a rifiutare cioè ogni esame di coscienza che scavi veramente nella realtà della nostra vita e che ci permetta di trasformarci. Siamo sempre più soli e individualisti, oltre che sempre meno ci abbandoniamo fiduciosi in Gesù, di conseguenza cerchiamo continuamente approvazione, perché non ci sentiamo mai abbastanza amati.
Ma Gesù, che ci ama infinitamente più di chiunque altro e senza interruzioni, ci mette duramente in guarda da chi viene “in veste di pecore”, ma dentro è lupo rapace! Sono loro i “falsi profeti”, le cui azioni non porteranno mai frutto.
Il commento al Vangelo di ieri
Questi falsi profeti infatti si fingono portatori di un messaggio di bontà, magari ammiccante e ipocritamente condivisibile, ma dentro, purtroppo, sono marci fino all’osso.
Invece, al contrario, gli alberi buoni producono sempre frutto, anche quando il mondo la pensa diversamente. Anche nel momento in cui quei frutti di bene che vengono prodotti giorno dopo giorno non fanno notizia. Ma sono loro che resteranno a darci ristoro, quando tutte le luci ingannevoli del mondo si saranno spente. “Dai loro frutti dunque li riconoscerete”. C’è bisogno quindi di guardare con molta più attenzione, e con sguardo rinnovato, i frutti che ogni giorno il mondo ci offre, per selezionare quelli che vengono da Gesù e scartare il resto che non ci serve, o ci avvelena.
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