In India sono stati superati i 30 milioni di casi di Covid-19, con 390mila decessi da complicanze della malattia. Il Paese continua a far fronte alla pandemia, che si aggrava con la variante Delta Plus, e alla diffusione dell’infezione da “fungo nero”.
Superati i 30 milioni di casi e i 390mila decessi dall’inizio della pandemia di Covid-19 in India. A renderlo noto il bollettino ufficiale rilasciato dalle autorità locali, che parla comunque di una relativa diminuzione del numero di contagi dopo il picco raggiunto tra aprile e maggio. Nelle ultime 24 ore, nel Paese sono stati registrati oltre 50mila contagi e 1.358 decessi.
Ma a preoccupare il governo è sia la parallela epidemia provocata dal “fungo nero” – sono sono salite a 30.000 le persone contagiate da questa infezione nelle utime tre settimane, con una mortalità del 50% – che la variante Delta del nuovo coronavirus.
Secondo quanto riportato dal ministero della Sanità indiano, la variante “Delta Plus” del coronavirus (rilevata per la prima volta lo scorso aprile) si sta diffondendo sempre più rapidamente nel Paese. Individuati 22 casi del nuovo ceppo in sei distretti di tre Stati (Maharashtra, Kerala e Madhya Pradesh), 16 dei quali solo nel Maharashtra – uno degli Stati più afflitti dalla pandemia.
Come spiegato dalla BBC, la mutazione (nota anche come AY.1) si diffonderebbe più facilmente della stessa variante Delta, tanto da essere potenzialmente più resistente alla terapia con anticorpi monoclonali. A segnalarlo sono gli studi citati dalla nota ministeriale indiana, che definiscono la “Delta Plus” una “variante preoccupante”.
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Al tempo stesso, le autorità sanitarie indiane hanno pubblicato degli studi in merito all’efficacia degli attuali vaccini in circolazione, ottenendo dei risultati apparentemente incoraggianti. Sebbene infatti non sia ancora stata ufficialmente dimostrata la reale efficiacia contro la variante “Plus”, il farmaco Covaxin della Bharat Biotech e il Covishield del Serum Institute, sono in grado di agire contro la variante Delta. Ottenuti risultati incoraggianti anche dal siero russo Sputnik V.
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I vaccini Pfizer e AstraZeneca, invece, offrirebbero un’elevata protezione (si parla di oltre il 90%) contro il rischio di ospedalizzazione provocato dalle eventuali complicanze di un’infezione da variante indiana. Sempre rimanendo in tema vaccini, nel Paese si sta comunque registrando un rallentamento della campagna vaccinale, con un calo nella somministrazione che nelle scorse 24 ore ha registrato circa 5,4 milioni di dosi iniettate – il giono precedente se ne erano somministrate 8,6 milioni. Al momento, in India sono state inoculate in totale 294.639.511 dosi di vaccino contro il Covid-19.
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