Bar e ristoranti:«Ripresa solo tra due anni». Ma ricavi in aumento del 10%

Fipe Confcommercio fa bilancio, il presidente Paolantoni:«Decoro, sicurezza e pulizia: i tre punti per ripartire»

Ristoranti-Meteoweek.com

«Chiederemo ai candidati sindaci di inserire i dehors che abbiamo allestito (le concessioni dovrebbero scadere a dicembre) nei loro programmi elettorali, perché rendono la città più viva», afferma il presidente di Fipe Confcommercio, Sergio PaolantoniDecoro, sicurezza e pulizia, ecco i tre punti per ripartire», e «no» alla mala movida.

La Fipe Confcommercio presenta un primo bilancio di perdite e ripartenza, inerente bar e ristoranti di Roma causa Covid. Dal bilancio emerge che a maggio e giugno 2021, «c’è stato un incremento dei ricavi del 10% circa rispetto gli stessi mesi del 2020», come ha spiegato il direttore Luciano Sbraga: «Si tratta quindi di 220 milioni al mese, rispetto ai 200 milioni dell’anno scorso. Ma un ritorno alla situazione pre Covid, quando gli incassi si aggiravano sui 400 milioni al mese, ci sarà non prima del 2023», quando si riaprirà al turismo internazionale e lo smart working sarà gestito in modo diverso. Bisogna anche considerare che non tutti i locali hanno riaperto:  8 su 10 e il 4% (circa 600 aziende), ha già stabilito di non riaprire.

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Tuttavia, nonostante la ripresa,  15 mila persone che lavoravano nel settore ristorazione pur con contratto a tempo indeterminato, di fronte alla cassa integrazione hanno scelto di darsi a un altro lavoro e si sono dimesse. Nel 2020 nel Lazio oltre 27mila persone hanno perso il lavoro nel settore, di cui  23.600 proprio a Roma. Le perdite hanno toccato i 3,2 miliardi di euro, di cui 2,5 miliardi a Roma. Nei primi tre mesi del 2021 ci sono stati altri 5,8 miliardi di euro di perdite rispetto al 2020.

Sergio Paolantoni ha però voluto essere positivo per quel che verrà: «C’è ottimismo per il futuro. Nove imprese su dieci sono fiduciose che al termine della pandemia potranno tornare a svolgere normalmente la propria attività. Altro dato positivo è che soltanto il 12% dei titolari di pubblici esercizi vede male la ripresa, e personalmente penso che si ripartirà alla grande. Dobbiamo essere custodi e valorizzatori di Roma e per fare ciò dobbiamo renderla presentabile a regola d’arte: ci tengo a sottolineare anche che paghiamo la Tari più alta d’Italia e pretendiamo un buon servizio da parte del Comune e dell’Ama».

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