Spuntano nuovi retroscena sulla morte della Principessa Diana: ecco cosa ha dichiarato Colin Tebbutt.
La Royal Family, con le sue storie e il suo mondo così apparentemente lontano dalla comune realtà, è sempre stata al centro dell’interesse mondiale. Sebbene i recenti avvenimenti, come la nascita della secondogenita di Harry e Meghan, Lilibet Diana, abbiano tenuto parecchio impegnata l’opinione pubblica, c’è una vicenda che nonostante il passare degli anni continua a suscitare la curiosità anche di chi non segue con assiduità le attività dei reali: la morte di Lady Diana. Dopo l’acclamata serie televisiva lanciata da Netflix, “The Crown”, e l’annuncio di “Spencer”, il nuovo film a lei dedicato firmato da Pablo Larraín, la storia della tragica scomparsa della Principessa di Galles è tornata sotto i riflettori a causa di nuove e importanti rivelazioni.
Come tutti sanno, la morte di Diana Spencer avvenne nelle prime ore della notte di domenica 31 agosto 1997, in seguito a un incidente stradale avvenuto nella galleria che passa sotto il Ponte de l’Alma a Parigi. A causa dello schianto, la principessa subì un arresto cardiaco: i soccorritori riuscirono a rianimarla e a portarla all’ospedale Pitié-Salpêtrière a bordo di un’ambulanza. Tuttavia, le lesioni interne erano troppo estese e il cuore si era spostato nella parte destra del torace, danneggiando la vena polmonare e il pericardio: tutti i tentativi di salvarla furono purtroppo vani.
Ma cosa trattenne Lady D a Parigi? A rivelarlo è stato l’ex autista e segretario di Diana, Colin Tebbutt. La principessa era appena rientrata dalla Sardegna a bordo di un jet privato insieme all’allora compagno Dodi Al-Fayed. La coppia aveva trascorso gli ultimi nove giorni a bordo dello yacht Jonikal di proprietà del padre di Dodi, navigando lungo le coste dell’Italia e della Francia. I due dovevano fare ritorno a Londra, ma avevano deciso di fermarsi una notte a Parigi.
Stando a quanto riportato dal DailyMail, a trattenere la principessa fu una discussione con l’ala conservatrice del parlamento inglese, che la criticò duramente per la sua campagna contro le mine antiuomo. “Non è tornata giovedì come previsto perché i Tory ci stavano di nuovo contro per le mine antiuomo”, ha dichiarato Colin Tebbutt. “È stata accusata di aver utilizzato la campagna per rafforzare la propria immagine, il che è stato sgradevole e l’ha turbata. Quindi ci ha contattato e ha detto che non voleva tutti i problemi che l’avrebbero aspettata nel Regno Unito. Sarebbe tornata invece nel fine settimana. Se fosse tornata quel giovedì… forse oggi sarebbero tutti vivi”.
La discussione con i conservatori era iniziata qualche mese prima, quando Lady Diana era andata a visitare l’Angola e aveva chiesto l’immediata messa al bando internazionale delle mine antiuomo. Dopo la sua richiesta, il ministro della difesa Earl Howe aveva definito la principessa “una mina vagante male informata sulla questione delle mine antiuomo”. Questo non fermò Lady D, che poco dopo rilasciò una nuova intervista sul tema a un giornale francese. “Il primo era così senza speranza”, disse in riferimento al governo conservatore che aveva perso il potere nel maggio del 1997. In più, aggiunse che secondo lei la nuova amministrazione laburista di Tony Blair avrebbe fatto “un lavoro eccezionale”.
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