Cauda sul mix di vaccini: “Nessun rischio, da evitare conta degli anticorpi”

Roberto Cauda, virologo del Policlinico Gemelli, non ha dubbi in merito all’efficacia della vaccinazione eterologa. Il mix di vaccini non presenterebbe alcun rischio, anzi aumenterebbe l’efficacia della protezione. L’esperto, inoltre, ha chiarito la metodologia attraverso cui vengono prodotti gli anticorpi contro il Covid-19, nonché il motivo per cui talvolta – seppure l’individuo sia coperto – i test sierologici non rilevano l’immunità.

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Roberto Cauda, virologo del Policlinico Gemelli di Roma – meteoweek.com

La vaccinazione eterologa ha creato qualche dubbio nella popolazione, tanto che il Ministero della Salute si è ritrovato a dovere lasciare libertà di scelta. Coloro che hanno meno di 60 anni ed hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca, seppure non sia consigliato, potranno effettuare il richiamo con il medesimo vaccino. Gli esperti, tuttavia, ritengono sia meglio somministrare per la seconda dose un siero a mRNA, ovvero il Pfizer/BionTech oppure il Moderna. A ribadire tale tesi è stato anche Roberto Cauda, virologo del Policnico Gemelli di Roma, il quale ha parlato inoltre delle modalità di sviluppo dell’immunità al Covid-19. Essa, nel dettaglio, non sarebbe obbligatoriamente correlata alla produzione degli anticorpi che vengono individuati tramite i consueti test sierologici.

Cauda sulla vaccinazione eterologa

“Vaccinarsi con due prodotti diversi non comporta rischi”. Lo ha detto Roberto Cauda in un’intervista a Il Giornale. Il virologo del Policlinico Gemelle di Roma ha ribadito che le dimostrazioni in tal senso esistono, seppure i dati non siano sufficienti ad effettuare stime ben precise. “In questi giorni sono stati effettuati due studi. Il primo, britannico, è stato pubblicato su Lancet ed è stato condotto su 800 volontari. Le persone sono state vaccinare con AstraZeneca e poi hanno fatto il richiamo con Pfizer dopo 8 o 12 settimane. Il secondo è spagnolo, ha coinvolto 600 persone ed è apparso su piattaforme specializzate. Entrambe le ricerche hanno dimostrato che la risposta immunitaria, utilizzando due vaccini diversi, può essere superiore”.

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I giovani che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca dovrebbero effettuare il richiamo con un siero a mRNA – meteoweek.com

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La produzione di anticorpi

Roberto Cauda, inoltre, ha illustrato le metodologie attraverso cui, a seguito della vaccinazione, un individuo sviluppa gli anticorpi contro il Covid-19. “Essi vengono prodotti nei confronti della proteina Spike, che è una componente del virus. Ma quando ci si ammala, o quando ci si vaccina, si crea una doppia risposta. La prima è la risposta anticorpale, cioè quella legata alla produzione di anticorpi, che si calcolano attraverso un prelievo di sangue. La seconda è una risposta cellulare, che è più difficile da calcolare“, ha sottolineato. “Nell’organismo esistono le cellule immuno competenti. Sono quelle che imparano a riconoscere lo Spike e ne mantengono la memoria. Così se gli anticorpi non sono sufficienti, l’organismo è comunque in grado di proteggersi dalla malattia producendo una risposta sufficiente“.

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È per questa ragione che effettuare i test sierologici attualmente a disposizione potrebbe non essere utile. “Quel test offre una visione parziale della situazione” in quanto “alcuni soggetti potrebbero avere un numero di anticorpi inferiore a 80, che è la cifra ideale stabilità dall’Oms per essere sicuri, ma avere comunque una risposta buona dell’organismo grazie alle cellule delle quali parlavamo“, ha concluso.

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