Il sistema di saldo e acconto per le partite Iva due volte l’anno potrebbe essere presto sostituito da un sistema a pagamenti a rate mese per mese. La rivoluzione sembrerebbe essere destinata ad arrivare ancora prima della riforma del fisco. Parlamento e Governo, inoltre, starebbero valutando «un’uscita graduale» dalla flat tax al 15% per le partite Iva con fatturato oltre i 65.000 euro.
Una vera e propria rivoluzione nel sistema di saldo e acconto delle partite Iva. I pagamenti due volte l’anno, infatti, presto potrebbero essere sostituiti da versamenti a rate mese per mese. Il cambiamento è stato proposto dalla Lega, che avrebbe ricevuto il “via libera” anche da Italia Viva e dal Movimento 5 Stelle, seppure quest’ultimo ne chieda un’implementazione opzionale. La novità potrebbe essere introdotta anche prima della riforma del fisco. Non sarebbe, tuttavia, l’unica. Al vaglio del Governo, infatti, ci sarebbe anche «un’uscita graduale» dalla flat tax al 15% per i lavoratori autonomi con un fatturato superiore ai 65.000 euro, in modo da permetterne la crescita senza eccessive penalizzazioni.
A spiegare le differenze tra il sistema di saldo e acconto attuale e quello a rate mese per mese per le partite Iva è stata la viceministra dell’Economia, Laura Castelli. “Gli autonomi che sono in regime forfettario sono costretti da una soglia dalla quale una volta usciti pagano una percentuale troppo forte. Bisogna pensare ad un’uscita graduale perché altrimenti rimani costretto in quella soglia che non ti permette di essere più grande”, ha sottolineato. Una prima ipotesi potrebbe essere quella di innalzare il tetto massimo pari a 100.000 euro di ricavi, con un forfait del 20%. Prima di tale riforma, entro la scadenza del 30 novembre, piuttosto, potrebbe entrare in vigore la novità sugli acconti. La prima tranche verrebbe versato tra giugno e dicembre, mentre la seconda tra gennaio e giugno dell’anno successivo.
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L’emendamento presentato dalla Lega sul decreto Sostegni bis, intanto, è stato ritenuto “inammissibile”. Nonostante ciò, il via libera potrebbe arrivare nei confronti del decreto Semplificazioni, che ha già ricevuto l’approvazione dell’Istat. I dubbi restano inoltre sulla proposta del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in relazione alle modalità di calcolo degli acconti, che dovrebbero piuttosto rimanere quelle attuali, seppure con alcune diluizioni nelle tempistiche.
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Al centro del dibattito, infine, resta anche il tema del lavoro. Nessun passo in avanti, finora, è stato fatto in merito ai licenziamenti. Nunzia Catalfo, ex ministra del Lavoro del Movimento 5 Stelle, nei giorni scorsi ha proposto una mini-proroga di due mesi del blocco, ma “se di selettività si deve parlare”, ha sottolineato, “inserirei come criterio quello del calo del fatturato” piuttosto che quello per settori.
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