I genitori avevano acquistato l’omogeneizzato in questione in un supermercato di Trento. Il padre ha detto che sporgerà denuncia
Una coppia ha dato da mangiare, inconsapevolmente, un omogeneizzato al proprio bimbo, che poi hanno scoperto essere scaduto. È accaduto a Trento, dove un bimbo di 8 mesi è finito in ospedale. Il padre del piccolo è ancora sconvolto da quanto accaduto, il figlio ora sta meglio ma non del tutto, deve prendere delle medicine e ha dei puntini sulla pelle che non vogliono saperne di andarsene.
Tutto ha avuto inizio quando hanno acquistato una confezione di omogeneizzati plasmon al prosciutto e formaggio fuso, comprato in un supermercato a Trento. Qualche giorno dopo l’hanno aperta e data al piccolo. «La mia compagna», racconta Massimo, padre del bambino, «ha aperto la confezione e ha preparato la pappa con tre quarti di omogenizzato. Ha mangiato verso le 19 e ha finito tutte le pappe. Subito dopo ha iniziato a vomitare. In un primo momento non ci ho fatto più di tanto caso, anche se non era il solito rigurgito. Abbiamo provato a dargli un po’ di latte e lo abbiamo messo nel box». Ma il bimbo continuava a vomitare, con urla e pianti.
I genitori preoccupati, verso le cinque di mattina, hanno provato a dare al bimbo del latte per calmarlo, ma lui non ne voleva. «Allora gli abbiamo dato alcune gocce di tachipirina e per un po’ si è calmato, ma poco dopo ha ricominciato a piangere». La coppia annota in un quaderno tutti gli alimenti assunti dal bimbo. «Controlliamo anche quello che danno i nonni, ma era tutto a posto, aveva mangiato le solite cose, non riuscivamo a capire perché continuava a stare male». Quando il piccolo si è calmato lo hanno portato dai nonni che lo accudiscono quando i genitori vanno a lavorare, ma anche da loro il bimbo ha vomitato. Facendogli il bagnetto, hanno poi notato che aveva puntini rossi sulla pelle.
La sera la madre ha preparato la solita cena al bimbo auspicando riuscisse a mangiare e proprio allora, riprendendo l’omogenizzato aperto il giorno prima, ha scoperto la data di scadenza. «Sul tappo c’era la data del 31 luglio 2019 e sulla confezione la pubblicità della raccolta punti dal 2016 al 2017. Non riuscivamo a crederci».
Il giorno seguente la coppia ha portato il bambino in pronto soccorso. «Gli hanno fatto tutti gli esami e dato delle medicine, ma a distanza di quasi una settimana ha gli occhi arrossati e mangia poco». Massimo, preoccupato, ha contattato il suo legale Claudio Tasin e nei prossimi giorni sporgerà denuncia. «Io non voglio danneggiare nessuno, ma il pensiero che possa succedere ad altri mi fa stare male, non deve più accadere, per questo ho deciso di fare denuncia», ha detto.
Intanto al supermercato la notizia ha scosso un po’ tutti. Nessuno ne sapeva nulla. «È ai limiti dell’incredibile», ha detto il direttore, «che ci sia un prodotto scaduto soprattutto in quell’ambito merceologico mi sembra impossibile. La scadenza più prossima è il 2022, pensare che ci possa essere un prodotto scaduto a luglio 2019 siamo oltre l’impossibile. Abbiamo controlli rigorosi, tutti i dipendenti devono controllare i prodotti ogni volta che arriva la rifornitura e gli omogenizzati sono i più acquistati, il riordino è quotidiano».
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