In un faccia a faccia a Palazzo Chigi Matteo Salvini ha esposto le sue richieste in merito alle restrizioni Covid direttamente al premier Mario Draghi. Durante il colloquio si è parlato di misure anti-contagio, immigrazione e molto altro. Al termine dell’incontro il leader della Lega avrebbe ribadito: “Sintonia su tutto. Serve un intervento sugli sbarchi. Lavoro internazionale del premier eccezionale, ma se c’è un ministro competente attendiamo di averne notizia“.
Il leader della Lega Matteo Salvini avrebbe esposto le sue richieste in un nuovo faccia a faccia con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Sul tavolo, molti temi caldi, a partire dalla proroga allo stato di emergenza e dalla rimozione dell’obbligo di mascherina all’aperto a metà luglio. E se il primo tema, nonostante le diverse pressioni dei partiti, trova una ferma cautela da parte di Mario Draghi, intenzionato a prolungare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre, la seconda questione (quella relativa alle mascherine all’aperto) sembra incontrare il favore più o meno di tutti. Nel governo in tanti pensano che Draghi possa seguire l’esempio di altri Paesi europei, cancellando dal 15 luglio la regola sull’obbligo di mascherina all’aperto. Ovviamente, questa disponibilità sta già producendo una corsa ad intestarsi il merito. Speranza definisce “realistica” la previsione di Draghi, abbandonando il suo ormai usuale atteggiamento prudenziale, mentre Matteo Salvini ribadisce l’esigenza di superare il prima possibile la misura anti-contagio.
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Le parole di Salvini
“Spero che nell’arco non dico poche ore, ma magari di pochi giorni l’Italia possa tornare alla libertà di respiro”, avrebbe detto Salvini dopo l’incontro con il premier. “Ora bisogna riaprire le attività imprenditoriali in sicurezza e togliere le mascherine aperto. Mi sembrerebbe punizione ingiusta. Liberiamo gli italiani da questo bavaglio. Spero già da domani, dal prossimo Consiglio dei ministri spero vi sia questa scelta di togliere l’obbligo di mascherine”. A proposito dello stato di emergenza in scadenza il 31 luglio, invece, il leader del Carroccio sembra aver modificato toni: dopo un iniziale attacco all’intenzione di Draghi di prorogare lo stato di emergenza, all’uscita dall’incontro Salvini avrebbe preferito tagliare a corto: “Ne parleremo a luglio”. Poi però avrebbe aggiunto: “Mi sembra chiaro però che il piano vaccinale efficace, il lavoro dei medici, la pazienza degli italiani e il sole che ci manda il buon Dio abbiano riportato la situazione sotto controllo”.
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Il quadro più ampio
Così Salvini si esprime all’interno di un dibattito che, in genere, sembra aver coinvolto il rapporto di tutta la maggioranza con il premier Draghi. Palazzo Chigi, in merito alla rimozione dell’obbligo di indossare la mascherina a partire dal 15 luglio, sembra non volersi esprimere ufficialmente, lasciando la porta aperta ma non spalancata: l’idea è di continuare a valutare passo dopo passo l’andamento della pandemia, soprattutto in virtù degli ultimi focolai con la variante Delta del virus. Sulla proroga dello stato di emergenza, invece, la linea sembra proprio quella di un’estensione fino al 31 dicembre. Ma anche qui, si attendono ufficializzazioni. Tuttavia, se il premier sembra preferire la linea del silenzio e della prudenza, ci pensano i leader politici ad alzare la voce sui temi delle restrizioni, spesso con lo scopo di stampare il loro loro sull’allentamento di ogni restrizione.
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Pressioni variegate
Oltre a Matteo Salvini, anche Luigi Di Maio avrebbe commentato: “In questi mesi la mascherina è stata uno strumento essenziale per proteggerci dal Covid-19, adesso poterla togliere è un primo passo verso il ritorno alla normalità, oltre che un segnale di ripartenza”. All’interno di questo quadro, anche il Pd avrebbe espresso un certo entusiasmo nei confronti dell’eliminazione dell’obbligo, sottolineando comunque l’esigenza di essere cauti: “Quando faremo a meno delle mascherine? Siamo vicini a quell’obiettivo, ma attendiamo le indicazioni nazionali. Il tema non è solo toglierle, ma poterlo fare in sicurezza”, ha detto il governatore del Lazio ed ex segretario dem, Nicola Zingaretti. Insomma, la pressione è forte e il premier potrebbe cedere a breve. O al contrario, Draghi – consigliato dal Cts – ha già deciso di cedere a breve e i partiti cavalcano l’onda. Fatto sta che, con ogni probabilità, ci siamo quasi.