La notizia è stata data dalla casa farmaceutica tedesca, il titolo è crollato in borsa. Efficacia arrivata al 47% ma solo nei giovani. Sarebbe stato il terzo vaccino a mRNA. L’Europa aveva prenotato 400 milioni di dosi e l’Italia 30 dopo l’eventuale ok dell’EMA
La casa farmaceutica CureVac ha fallito l’obiettivo per il suo vaccino: in uno studio di Fase 3 ha dimostrato efficacia pari al 47%, troppo bassa per lo standard qualitativo per un vaccino contro il coronavirus che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto al 70%. L’Italia aveva opzionato 30 milioni di dosi.
È stata la stessa società a comunicare i risultati preliminari che vengono da un’analisi ad interim basata su 134 casi Covid nello studio con circa 40.000 volontari in Europa e America Latina. 124 tamponi positivi sono stati sequenziati ed è emerso che il 57% dei casi è stato causato dalle cosiddette “varianti di preoccupazione” più altamente trasmissibili. Tra le varianti identificate, però, non c’erano Beta e Delta (sudafricana e indiana) che sono quelle che maggiormente “mettono in crisi” i vaccini.
Un altro dato sconfortante illustrato dalla società è che i risultati provvisori suggeriscono che il vaccino è efficace nei partecipanti allo studio più giovani, ma non si è dimostrato efficace in quelli di età superiore ai 60 anni, la fascia di età più a rischio di Covid grave. “Ci saranno altri 80 casi nell’analisi finale e l’efficacia complessiva del vaccino potrebbe cambiare – ha affermato l’amministratore delegato CureVac, Franz-Werner Haas – , ma mentre speravamo in un risultato intermedio più forte, riconosciamo che dimostrare un’elevata efficacia in questa ampia diversità di varianti senza precedenti è impegnativo“. I dati disponibili sono stati comunicati all’Agenzia europea per i medicinali (EMA).
La società CureVac ha sede a Tubinga, in Germania e il suo vaccino è realizzato con la tecnologia dell’RNA messaggero (mRNA), che è anche alla base del successo dei vaccini di Pfizer e Moderna, efficaci al 95%. La notizia ha fatto crollare in borsa il titolo tedesco e creato preoccupazione anche in Europa perché da un vaccino a RNA ci si aspettavano buoni risultati, tanto che l’Unione europea aveva opzionato fino a 405 milioni di dosi CureVac e la stessa Italia ne attendeva quasi 30 milioni totali, un valore superiore a quello dell’intera fornitura del vaccino Johnson & Johnson.
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CureVac, sostenuto dagli investitori Dietmar Hopp, dalla Fondazione Gates e dalla GlaxoSmithKline, nonché dal governo tedesco, aveva l’obiettivo di produrre fino a 300 milioni di dosi del vaccino nel 2021 e fino a 1 miliardo di dosi nel 2022. In questo tipo di vaccini l’RNA messaggero si inserisce nelle cellule per farle produrre la proteina S (spike). Il modo in cui l’mRNA è progettato può influenzare una serie di passaggi di questo processo con effetti sulla qualità della risposta immunitaria suscitata.
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Una buona progettazione del vaccino è qualcosa di estremamente complicato. I fattori in gioco sono: quanto mRNA raggiunge il citosol, quanto bene l’mRNA viene raccolto dai ribosomi, quanto tempo sopravvive l’mRNA, quanto è pronto il nostro sistema immunitario. I dati odierni fanno riflettere su come non fosse scontato avere vaccini protettivi, sicuri ed efficaci come quelli che stiamo usando in Italia e che sono stati autorizzati dall’Agenzia europea del farmaco. Tutti i vaccini in uso sono in Ue anche efficaci contro le varianti, con leggeri cali soprattutto verso i casi di infezione, ma con una buona tenuta nel proteggere dalle forme gravi di Covid.
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