Covid, open day e mix di vaccini: gli ultimi pareri (discordanti) degli esperti

Il Ministero della Salute, a seguito della morte della diciottenne Camilla Canepa, ha deciso di sospendere la somministrazione dei vaccini AstraZeneca a coloro che hanno meno di 60 anni. Le persone che hanno ricevuto già la prima dose effettueranno il richiamo con un siero contro il Covid-19 a mRna, ovvero il Pfizer/BionTech oppure il Moderna. I pareri degli esperti, tuttavia, sono discordanti in merito alla vaccinazione eterologa.

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Il Pfizer/BionTech al momento è il siero più utilizzato in Italia per le vaccinazioni contro il Covid-19 – meteoweek.com

Gli effetti collaterali causati da AstraZeneca, per lo più in giovani donne, ha portato il Ministero della Salute ad imporre lo stop delle somministrazioni del siero anglo-svedese a coloro che hanno meno di 60 anni. I richiami, nonché ovviamente le prime dosi, verranno effettuati con i vaccini a mRNA, ovvero il Pfizer/BionTech Moderna. Le autorità sanitarie hanno assicurato in merito alla sicurezza e all’efficacia della vaccinazione eterologa, ma gli studi delle case farmaceutiche non sono stati effettuati in tal senso. Qualcuno, dunque, nutre ancora qualche dubbio. Le perplessità, inoltre, continuano a nascere anche in merito alla natura degli open day, che potrebbero rivelarsi pericolosi come nel caso di Camilla Canepa. La diciottenne morta a causa di una trombosi aveva ricevuto il siero proprio in una di quelle occasioni. La scheda di anamnesi analizzata dai medici non riportava la patologia di cui la giovane soffriva. Gli esperti, in questi giorni, si sono divisi su questi tempi. Gli ultimi pareri sono discordanti e contribuiscono ad incrementare i timori della popolazione.

D’Amato sul tema dei richiami

Le Regioni si stanno dividendo sul tema dei richiami da effettuare a coloro che hanno meno di 60 anni ed hanno ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca. In alcuni casi la volontà, infatti, sarebbe quella di portare avanti la vaccinazione tradizionale, evitando la strategia eterologa. Il Ministero della Salute, tuttavia, ha imposto tale strada, seppure dall’Agenzia italiana del farmaco fossero arrivate soltanto raccomandazioni. A parlarne, in un’intervista al Corriere della Sera, è stato Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio, che è stato accusato di essere disallineato. “Innanzitutto la questione non è tanto chiara”, sottolinea. “Il Lazio non vuole imboccare una strada alternativa. Anche perché siamo stati i primi a rispondere ai piani vaccinali. Ogni giorno immunizziamo circa 64 mila cittadini. Non solo siamo stati coerenti con le strategie nazionali, ma il ritmo delle somministrazioni non è rallentato neppure quando altrove gli appuntamenti saltavano per il diffondersi della paura sugli episodi di trombosi”.

L’obiettivo dell’assessore, piuttosto, è chiarire se un mix di vaccini sia realmente efficace e sicuro. “Vogliamo siano dissipati tutti i dubbi”, precisa Alessio D’Amato. La richiesta, nel dettaglio, è rivolta ai piani alti del Governo. “La circolare del ministero e la determina di Aifa sono discordanti. La prima è perentoria, la seconda è possibilista, basta leggere bene l’articolo 2: non esclude che il medico possa decidere in scienza e coscienza quale tipo di vaccino somministrare avvalendosi del meccanismo dell’off label”. Un obbligo, secondo l’esperto, non è dunque attuabile. La fiducia della popolazione in tal senso è infatti in calo. “La via più efficace è quella della persuasione. Non siamo nell’esercito dove bisogna rispettare gli ordini e al primo posto va messo il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo posti, immunizzare la popolazione nel più breve tempo possibile”.

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Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio – meteoweek.com

Le opinioni discordanti di Forni e Cartabellotta

La vaccinazione eterologa è la protezione migliore”. A non avere dubbi in merito è Guido Forni, immunologo dell’Università di Torino. Le evidenze a proposito di ciò arriverebbero dall’utilizzo degli altri vaccini, nonché dalle sperimentazioni su altre specie. “È una strategia che si usa da sempre negli esperimenti sugli animali e garantisce ottime risposte immunitarie. Anche i vaccini antinfluenzali funzionano con dosi diverse”, ha spiegato. Non importa, dunque, che manchino all’appello dati scientifici in materia. “Ma ce ne sono alcuni con centinaia di casi molto positivi. Poi c’è un equivoco: si pensa che i vaccini siano farmaci, per cui averne un secondo analogo non sia valido, ma si tratta di esercizi per il sistema immunitario, per cui è meglio che avvengano con tecnologie diverse”.

Una posizione contrastante a quella dell’accademico dei Lincei, invece, è stata assunta in questi giorni da Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe di Bologna. “Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia, ma non sa quel che trova. Non fare più AstraZeneca sotto i 60 anni è condivisibile, ma ci sono alcuni problemi”, ha sottolineato. Anch’egli, come l’assessore Alessio D’Amato, ritiene che sia necessaria maggiore chiarezza. “La circolare del ministero impone un vaccino a mRna come seconda dose, però la determina Aifa in Gazzetta Ufficiale parla di possibilità. Occorre una nota congiunta di ministero e Aifa per chiarire”. Al tempo stesso, infatti, “la legge 648 prevede il consenso informato, che lascia la libertà di decisione al paziente. Non può essere il medico a rimanere col cerino in mano”.

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Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe – meteoweek.com

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I dubbi sugli open day

Le criticità in merito alla campagna di vaccinazione contro il Covid-19 riguardano, infine, anche la promozione degli open day, in cui la popolazione può ricevere le dosi senza alcuna prenotazione. A parlarne è stato Guido Rasi, ex presidente dell’Ema. L’esperto si è detto contrario a tali iniziative nel caso in cui non prevedano una attenta verifica delle condizioni del paziente. “Il vaccino è un farmaco e la vaccinazione un atto medico, impone un’anamnesi. Open Day deve svolgersi secondo questo assunto”. Perciò “chi lo ha fatto con la prenotazione, l’anamnesi e utilizzando le raccomandazione dell’Aifa, ha fatto una cosa ottima. Chi l’ha trasformato in un happening con assembramento, senza anamnesi, dando un vaccino che Aifa non aveva raccomandato, ha sbagliato”. E sugli effetti collaterali: “Le autorità italiane possono aver difettato nella comunicazione, ma stanno seguendo ciò che Ema ha indicato. Un rischio infinitesimale va corso quando è logico e lo era fino a 20 giorni fa. Ora non lo è più. La questione è tutta qui”.

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