Gli autori dell’attentato sarebbero guerriglieri ribelli, il governo colombiano ha promesso una ricompensa per la loro cattura.
E’ di almeno 36 feriti il bilancio dell’esplosione di un’autobomba in una base militare nella città di Cucuta, nella Colombia orientale, al confine col Venezuela. Lo ha confermato il ministro colombiano della Difesa, Diego Molano, precisando che tre dei feriti sono in condizioni gravi.
“Condanniamo questo attacco maligno“, ha dichiarato Molano, presente sulla scena. L’esplosione ha colpito il compound che ospita la 30ma Brigata a Cucuta. Secondo le prime ricostruzioni, due persone a bordo di un suv carico di esplosivo sono entrate nella base pochi minuti prima dell’attacco. “La prima ipotesi è che dietro tutto ciò ci sia l’organizzazione guerrigliera dell’Eln – ha dichiarato il ministro – Ma stiamo valutando anche il possibile coinvolgimento di gruppi scissionisti dell’organizzazione ribelle Farc“.
Secondo la ricostruzione operata dal ministro della Difesa, un camioncino è entrato nel perimetro del presidio militare e cinque minuti dopo si è prodotta una prima esplosione che ha recato i primi danni. Passati altri due minuti, il veicolo è esploso nuovamente danneggiando in modo grave il quartiere. Sul luogo si trovava “un numero ridotto di militari statunitensi“, impegnati in esercitazioni congiunte con il personale colombiano. Nessuno di loro, ha però precisato l’ambasciata Usa a Bogotà, ha riportato “ferite gravi“.
LEGGI ANCHE: Israele, raid contro Gaza in risposta al lancio di palloni incendiari di Hamas
Il presidente colombiano Ivan Duque ha condannato “l’esecrabile” attentato sferrato. “Raddoppieremo la nostra offensiva contro questo esecrabili fatti e coloro che si richiamano al crimine dovranno affrontare la fermezza dello Stato e della giustizia“, ha detto Duque in un intervento tenuto nella notte e ritrasmesso sulle reti sociali. Quanto alla responsabilità dell’attacco, il presidente ha detto che le autorità inquirenti stanno al momento valutando due ipotesi: una delle fazioni dissidenti delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) o membri della guerriglia dell’Eln (Esercito di liberazione nazionale).
LEGGI ANCHE: Etiopia: l’Unicef dichiara in pericolo 33mila bambini in Tigray. L’appello di Papa Francesco
Il governo ha promesso una ricompensa di 500 milioni di pesos, l’equivalente di circa 111mila euro, per arrivare agli “autori materiali e intellettuali dell’attacco“. In secondo luogo si crea un gruppo speciale di “criminalistica” per portare avanti le indagini cui, ha sottolineato Duque, collabora anche l’Fbi. Al tempo stesso il presidente ha promesso di raddoppiare da sette a quattordici i punti di controllo e monitoraggio della zona di Cucuta, teatro da tempo dell’intrecciata trama di tensioni criminali tra Colombia e Venezuela. Aumenterà anche la “rete di partecipazione civica” per ottenere informazioni sui movimenti delle guerriglie, nonché il pattugliamento dei centri urbani e una intensificazione dei controlli alla frontiera grazie anche al contributo di esercito e polizia.