Lo stop alla somministrazioni delle dosi AstraZeneca a coloro che hanno meno di 60 anni ha reso necessaria l’attuazione di un mix di vaccini. Le persone appartenenti a questa fascia di età che hanno già ricevuto il siero anglo-svedese, infatti, riceveranno il Pfizer/Biontech oppure il Moderna nella seconda dose. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha rassicurato la popolazione in merito alla sicurezza e all’efficacia di tale strategia.
Un mix di vaccini, nel lungo periodo, sarebbe stato inevitabile. Lo stop alla somministrazione delle dosi di AstraZeneca a coloro che hanno meno di 60 anni, secondo Pierpaolo Sileri, avrebbe soltanto accelerato i tempi. Coloro che hanno ricevuto la prima dose del siero anglo-svedese, infatti, dovranno effettuare il richiamo con Pfizer/Biontech oppure Moderna. L’obiettivo è evitare eventuali effetti collaterali, che nei giorni scorsi si sono verificati per lo più in giovani donne. Il principale problema, in particolare, riguarda le trombosi, come quella che ha provocato la morte della diciottenne Camilla Canepa. Adesso, tuttavia, la popolazione teme gli esiti della vaccinazione eterologa, seppure gli esperti rassicurino in merito alla efficacia e alla sicurezza di tale strategia. Tra questi anche il sottosegretario al ministero della Salute del Governo di Mario Draghi.
“Non esistono dei trial clinici con numerosità ampia di persone che hanno fatto lo switch, ma di studi ne esistono diversi e non c’è stato alcun problema“. Così Pierpaolo Sileri, in un intervento nel corso della trasmissione ‘L’imprenditore e gli altri’ in onda su Cusano Italia Tv, si è espresso in merito alla possibilità di somministrare alla popolazione dosi di vaccini diversi. Gli effetti collaterali non sarebbero diversi da quelli nei mesi scorsi sperimentati con le vaccinazioni tradizionali. Anzi, ci sarebbero persino dei benefici in termini di efficacia. “Solo il trial nel Regno Unito ha mostrato alcune complicanze lievi, come dolore nel sito di inoculo o febbre, ma è molto molto sicuro e i dati mostrano che vi è una risposta immunitaria anche maggiore“, ha spiegato.
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D’altronde, con la necessità di effettuare probabilmente una terza dose nei prossimi mesi, secondo il sottosegretario alla Salute in futuro la vaccinazione eterologa sarebbe stata inevitabile. I problemi con il siero AstraZeneca hanno soltanto accelerato il processo. “Alcuni Paesi lo stanno già facendo“, ha precisato. “Ma sarebbe accaduto comunque tra qualche mese perché è verosimile che dovremo fare una terza dose che andrà a coprire le varianti peggiori che nel frattempo si sono sviluppate. La tempistica la scopriremo in itinere. L’ipotesi è che ogni anno dovremo fare un richiamo, ma ancora non lo sappiamo con certezza“.
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