Nuovi elementi sulla strage di Ardea, parla l’avvocato della famiglia delle vittime. I carabinieri interrogano la famiglia dell’assassino, chiesti chiarimenti sulla pistola che ha sparato.
“Cinque minuti prima della sparatoria una pattuglia dei carabinieri di Marina di Ardea era andata a controllare che il mio assistito Domenico Fusinato stesse in casa a rispettare l’ordinanza di custodia ai domiciliari” lo spiega l’avvocato Diamante Ceci, legale dei genitori dei piccoli David e Daniel, uccisi ieri ad Ardea.
“Il controllo dei carabinieri è avvenuto quando i due piccoli si trovavano già al campetto con le biciclette – aggiunge l’avvocato – La madre era fuori e ha sentito i colpi, pensava che fossero dei petardi o dei colpi di cacciatori. La donna ha poi capito cosa era avvenuto e ha cominciato ad urlare. A quel punto la stessa pattuglia che è tornata nel comprensorio allertata dalla centrale. La madre è intervenuta pochi instanti dopo i colpi esplosi da Andrea Pignani. Ha trovato i figli in una pozza di sangue, ancora respiravano”.
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“La famiglia aveva deciso di vivere in quel comprensorio perché era un posto tranquillo dove crescere i bambini – dice ancora Ceci -. Si erano trasferiti in quella casa da circa un anno e mezzo. Ho avuto modo di sentire i miei assistiti questa mattina, sono distrutti ma chiedono rispetto per questo dramma assurdo che stanno vivendo”.
Intanto vengono fuori nuovi elementi. A quanto riferiscono gli investigatori, Andrea Pignani è uscito di casa ieri mattina intorno alle 11 con felpa, zainetto e guanti e avrebbe percorso con la pistola in pugno alcune strade del comprensorio di Colle Romito ad Ardea. Poi ha puntato la pistola contro le prime persone che ha incontrato, i due bambini e l’anziano.
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Sotto accusa i familiari di Pignani per non aver denunciato la pistola in casa alla morte del padre dell’omicida. “Non la trovavamo” avrebbero riferito alle forze dell’ordine. A quanto ricostruito dagli investigatori, l’arma era regolarmente detenuta dal padre di Pignani, morto diversi mesi fa. L’uomo fino al 1986 era stato una guardia giurata poi aveva continuato a detenere regolarmente la pistola. La famiglia si era trasferita nel comprensorio di Colle Romito nel 2019.
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