La parola di Dio, ogni volta che l’ascoltiamo, è come un seme che germoglia dentro di noi lentamente, e ci accompagna per tutta la vita.
Liturgia di oggi Domenica 13 Giugno 2021
- XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B – Sant’Antonio da Padova
Ascolta, o Signore, la mia voce: a te io grido.
Sei tu il mio aiuto: non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 26,7.9)
Prima Lettura
Io innalzo l’albero basso.
Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 17,22-24
Così dice il Signore Dio:
«Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami lo coglierò
e lo pianterò sopra un monte alto, imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele.
Metterà rami e farà frutti
e diventerà un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.
Sapranno tutti gli alberi della foresta
che io sono il Signore,
che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso,
faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farò».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale – Dal Sal 91 (92)
R. È bello rendere grazie al Signore.
È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte. R.
Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio. R.
Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità. R.
Seconda Lettura
Sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere graditi al Signore.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
2Cor 5, 6-10
Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi.
Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.
Parola di Dio
Il Vangelo di oggi Domenica 13 Giugno 2021
É il più piccolo di tutti i semi, ma diventa più grande di tutte le piante dell’orto.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 4,26-34
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Parola del Signore
Il commento al Vangelo di oggi Domenica 13 Giugno 2021
In questo Vangelo Gesù ci parla di un uomo che semina e uno che pianta un piccolissimo seme granello di senape. L’uomo che semina è in entrambi i casi Dio, che ci dona la sua parola. Nella prima parabola ci spiega come la parola di Dio, ogni volta che l’ascoltiamo, è come un seme che germoglia dentro di noi lentamente, e ci accompagna per tutta la vita.
Il commento al Vangeli di ieri
Nella seconda, un uomo pianta un minuscolo granello di senape che poi cresce e diviene un albero altissimo. Gesù paragona quindi il paradiso a quel granello di senape: cioè a quando quella piccola e umile speranza del Regno di Dio fa breccia nel nostro cuore e lo porta a Dio.
Elementi comuni a queste parabole sono l’attesa, la pazienza, e l’umiltà, senza le quali non si può pretendere la pace sulla terra e quella e definitiva del Cielo, che inizia a germogliare già quaggiù.