Luca Trapanese, fondatore dell’ associazione “A Ruota Libera” e papà adottivo di Alba, una bambina con sindrome di Down, descrive la situazione di emergenza in cui versa “La Casa di Matteo”, casa famiglia per bambini con gravi malformazioni. E lancia una pesante accusa alle istituzioni.
Una vita rivolta al sostegno della disabilità, partendo dalle scelte professionali a quelle familiari. Luca Trapanese, napoletano, è “famoso” per essere il papà di Alba, una bimba con sindrome di Down adottata nel 2017. Ma le sue scelte in direzione delle persone disabili, ed in particolare dei bambini, non si limitano alla dimensione familiare, al suo ruolo di padre. Luca è il fondatore dell’Associazione “A ruota libera onlus”: nata nel 2007, si occupa appunto di disabilità. Sostegno agli adulti, ai minori, alle famiglie.
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Un percorso umano e professionale che lo ha portato a dedicarsi al progetto “La Casa di Matteo”, una casa famiglia per bambini con disabilità gravi e gravissime. “Molti bambini con disabilità e gravi malformazioni vengono lasciati in ospedale. Non bisogna giudicare le famiglie che fanno questa scelta: quando un bambino in quelle condizioni nasce all’interno di una famiglia di fatto la invalida. Parliamo di bambini in fase terminale: vite distrutte, quella dei bambini e quella dei genitori“ spiega Trapanese. “Ne “La Casa di Matteo” ospitiamo sette bambini con gravissime disabilità. Siamo a tutti gli effetti un reparto delocalizzato dell’ospedale Santobono di Napoli” spiega Trapanese.
La struttura ideata da Trapanese, come tante altre che svolgono funzioni analoghe, sono autorizzate ed accreditate dalla Regione Campania. All’interno di queste strutture lavorano professionisti, educatori, coordinatori. “Ad esempio “la Casa di Matteo” ha una equipe di 12 persone”, aggiunge. “Professionisti che percepiscono uno stipendio. Noi spesso vediamo il terzo settore come un generico “mondo del volontariato”. Non è così. Le attività ed i servizi che il terzo settore offre spesso al posto dello stato assente sono forniti da professionisti”. Ed è esattamente questo il problema che Luca Trapanese vuole denunciare.
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“Quando un bimbo arriva alla “Casa di Matteo” è preso in carico dal Comune o dalle ASL, che devono incaricarsi anche dell’erogazione della diaria giornaliera” illustra Luca. “Noi abbiamo alcuni bambini che arrivano appunto dalle ASL, che circa ogni tre mesi versa il corrispettivo dovuto. Altri arrivano dal Comune di Napoli, che invece sono 18 mesi che non paga le diarie giornaliere. Parliamo di 366mila euro di crediti certificati, e 104mila non certificati”. Una situazione insostenibile, per una struttura che fornisce servizi continui, 24 ore e 7 giorni su 7, ai bambini ospitati. Un atteggiamento inaccettabile da parte delle istituzioni: “Oltre che di rispetto del lavoro questa è una questione di dignità”, conclude Trapanese. E le parole che usa – doverosamente – rappresentano la più lapidaria delle condanne: “Questi bambini non hanno avuto e non avranno nulla dalla vita. Non hanno avuto la famiglia, la salute, non potranno mai giocare, non potranno mai andare a scuola. Devono almeno avere il rispetto delle istituzioni”. Nel video l’intervista completa, a cura di Marianna Gaito.
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