All’ospedale San Carlo di Nancy una giovane 25enne è entrata in sala operatoria per sottoporsi a un bypass gastrico e non ne è più uscita.
Doveva essere un’operazione semplice, senza rischi, ma qualcosa è andato storto. È successo a Roma, all’ospedale San Carlo di Nancy in zona Aurelia, mercoledì 10 giugno. La vittima si chiamava Giada De Pace e aveva solo 25 anni. Dopo una vita in cui aveva convissuto con l’obesità, la ragazza aveva preso la difficile decisione di operarsi e inserire un bypass gastrico. Un intervento che l’avrebbe aiutata a ridurre la sensazione di fame, migliorando la qualità della sua vita.
Eppure in quella sala operatoria Giada la vita l’ha persa. Per questo la procura di Roma ha subito aperto un fascicolo sulla vicenda: il sospetto degli inquirenti è che il chirurgo che l’ha operata possa averle reciso l’aorta. Tanto che è già stato scritto sul registro degli indagati per omicidio colposo dal pm Antonino Di Maio. Sabato 12 giugno il medico legale effettuerà l’autopsia per accertare le cause della morte della giovane. Nel frattempo sono state sottoposte a sequestro la cartella clinica, la documentazione sanitaria della giovane e la sala operatoria.
La 25enne, lo scorso mercoledì, era entrata in ospedale alle 7 di mattina. Alle 16.52 viene chiamata per l’intervento. Entra in sala operatoria alle 17:30. Sono i suoi ultimi istanti di vita. “Mia cugina da quella sala operatoria non è più uscita”, racconta Debora, cugina di Giada, straziata dal tragico episodio. E continua: “Il chirurgo che l’avrebbe dovuta seguire aveva già fatto undici interventi analoghi e non è stato lui a operarla ma un altro medico, qualcosa non è andato nel verso giusto e noi vogliamo sapere chi ha sbagliato“.
Dal momento in cui entra nella sala operatoria, non si hanno più notizie di Giada per ore. Solo alle 20:42 un’infermiera dice alla madre di Giada che il chirurgo vuole parlare con lei. La triste notizia arriva alle 21:15, dopo quasi quattro ore di silenzio. Il medico dice alla madre di Giada che la ragazza ha avuto un arresto cardiocircolatorio. E poi avrebbe aggiunto: “Mi assumo tutta la responsabilità”.
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La famiglia non accetta una fine del genere. Non ci vuole credere. E ora cerca verità e giustizia. “Non è possibile che sia trascorso tutto questo tempo senza che nessuno ci informasse”, dice ancora Debora. E sottolinea: “Mia zia vedeva passare sacche di sangue una dietro l’altra, le hanno detto solo dopo tante ore che sua figlia era andata in arresto cardiaco”.
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Poi, sconvolta, ha parlato di sua cugina: “Non lo dico perché ora non c’è più, ma Giada era davvero la persona più buona del mondo, voleva solo dimagrire, non per pura vanità ma perché il suo corpo stava accusando il sovrappeso. Avevamo mille progetti di fronte a noi e adesso sono stati spezzati via così, per quello che noi pensiamo sia un errore medico, vogliamo sapere cosa è successo in quella sala operatoria, chi ha sbagliato deve pagare”.
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