Il centrodestra si presenta a Roma con i big. Vuole vincere nella Capitale per superare definitivamente gli avversari. L’occasione è ancora più grande per Giorgia Meloni, in gioco c’è la leadership della coalizione.
Inizia ufficialmente oggi la campagna elettorale del centrodestra nella Capitale. Si presenta in conferenza stampa il pretendente alla poltrona di sindaco Enrico Michetti, 55 ani, avvocato, noto in città per i suoi interventi sull’emittente locale Radio Radio. Michetti avrà come vice Simonetta Matone, magistrata 68enne che ha già lavorato in diversi ministeri.
“Dovremo restituire alla Città eterna l’orgoglio di Caput Mundi – dice Michetti durante la presentazione al Tempio di Adriano -. Non è facile, non abbiamo la bacchetta magica. Ci siamo messi a tavola con Salvini prima e poi Meloni e tutti i loro esponenti di partito e abbiamo ragionato sui programmi. Fino a 15 giorni fa non sapevo neanche che questo sarebbe stato il mio percorso. Poi Giorgia mi ha detto ‘dobbiamo parlare alla gente’. Gli altri candidati non sono nemici nè avversari, ma sono colleghi. Ho il massimo rispetto per i colleghi e non parlerò mai di loro, ma solo del presente e del futuro di Roma“. La candidata vice-sindaco Matone invece vuole premere sull’aspetto religioso della cittò, dicendo di essere “a disposizione perché Roma diventi Capitale dei diritti dei più deboli, la Capitale di chi non ha voce, coinvolgendo molte realtà anche provenienti dalla Chiesa cattolica“.
Presenti i tre big a capo dei partiti della coalizione, l’occasione di strappare la città a M5S e Pd che l’hanno gestita negli ultimi due mandati è ghiotta. Ci crede più di tutti Giorgia Meloni, che in queste amministrative si gioca moltissimo, probabilmente anche la guida della coalizione. “Per i romani è l’inizio di una straordinaria avventura. Io sono molto contenta del lavoro fatto dal centrodestra, della compattezza della proposta seria che sottopone ai romani a dimostrazione che questa città non merita più improvvisazione, magari candidati spendibili che però poi non fanno o non sanno fare i sindaci” afferma la leader di Fratelli d’Italia. Meloni è molto popolare a Roma, forte di questo consenso spera di riuscire a fare conoscere Michetti e Matone, poco conosciuti ai romani, al suo elettorato. “Abbiamo tre mesi di tempo per farli conoscere a tutti i romani. Sono pronta a portarli in tutti i quartieri per un porta a porta“. Meloni poi attacca l’attuale amministrazione. “Noi non abbiamo messo in campo un candidato ma un sindaco, cioè una persona che se dovesse arrivare in Campidoglio sa esattamente dove mettere le mani. Non basta vincere una campagna elettorale, se poi fai come Virginia Raggi che per 3 anni ha fatto il tirocinio da sindaco“, aggiunge.
Giorgia Meloni durante la conferenza stampa
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Il fatto che Enrico Michetti sia poco conosciuto non spaventa nemmeno Matteo Salvini, che in conferenza dice che la scarsa notorietà del suo candidato “sia un valore aggiunto. Di gente conosciuta e che ha fatto disastri, a Roma e Milano, ne abbiamo vista anche troppa. Preferisco qualcuno che si faccia conoscere nei prossimi 5 anni e per quello che farà in futuro“. Anche il segretario della Lega fiuta l’occasione di dare una spallata agli avversari del M5S e Pd e affonda: “Roma ha una occasione straordinaria, il prossimo sindaco è il sindaco della ricostruzione, dell’orgoglio, della rinascita e del Giubileo, delle metropolitane e dell’anello ferroviario. Do per scontata onestà, pulizia delle strade e il fatto che Roma non si allarghi quando piove“.
E poi Antonio Tajani in rappresentanza di Berlusconi. “Il presidente Berlusconi sta recuperando e terminata la convalescenza tornerà a Roma, dove è già in programma un incontro con i candidati nella villa sull’Appia” afferma il vice-presidente di Forza Italia. “I nostri due candidati devono risolvere i problemi ma anche fare in modo che la città abbia lo status di Capitale. Noi abbiamo una visione per cambiare la città. Cinque anni non sono tanti ma sono qualcosa per restituire dignità e centralità alla Capitale Roma deve essere una capitale che possa attirare sempre di più turisti e possa diventare la capotale culturale di Europa – continua Tajani -. E’ una questione di volontà politica. Pensiamo alla questione della metropolitana. Dobbiamo dotare Roma di un trasporto pubblico efficiente. Non possiamo fermarci ai capricci delle belle arti, perché se si trova in una villa romana, la stazione diventa un museo che i turisti possono ammirare tutti i giorni”.
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A dare manforte alla coalizione, anche il deputato Vittorio Sgarbi, all’ennesima candidatura come assessore alla Cultura, stavolta di Roma. “Farò l’assessore in piedi, davanti a una città che ha bisogno di far sapere che non si può andare al museo della civiltà italiana perché chiuso dal 2014. Io sono qui per i miracoli, mi candido alla componente miracoli. Dobbiamo vincere al primo turno, non bisogna perdere tempo con il ballottaggio”.
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