Uccide l’amica avvelenandola con il collirio, poi simula il suicidio: accusata una 37enne, la migliore amica della vittima. A tradirla il risultato dell’autopsia, così come anche le dichiarazioni dei vicini.
Avrebbe ucciso la sua amica usando un collirio, e ne avrebbe poi inscenato il suicidio per uscirne pulita. Questa è l’accusa rivolta a Jessy Kurczewski, 37enne della periferia di Milwaukee, città del Wisconsin (Stati Uniti). E per diversi mesi gli inquirenti hanno creduto alla storia raccontata dalla donna, all’ipotesi del suicidio. Kurczewski, del resto, aveva organizzato tutto: vicino al corpo della vittima, abbanonata su una poltrona reclinabile, erano state infatti trovate diverse pillole e alcuni medicinali. A smontare la pista, però, è stato il risultato dell’autopsia, che ha infine svelato la vera causa della morte.
Era il 2018 quando Jessy R. Kurczewski chiamò il 911 e avvisò di aver ritrovato una sua amica in stato di incoscienza nella sua casa del Wisconsin. Sul luogo arrivò tempestivamente la polizia, che trovò la vittima abbandonata su una poltrona reclinabile con diverse pillole e alcune bottigliette di medicinali poco distanti da lei. Kurczewski raccontò alle forze dell’ordine di essere l’unica amica della donna, l’unica a prendersi cura di lei, che era malata e che poteva essersi tolta la vita da sola.
Per mesi la polizia credette a una simile ipotesi, fino a quando l’autopsia sul cadavere della donna non mostrò un risultato inquietante: nel sangue, infatti, venne ritrovata una quantità fatale di tetraidrozolina, l’ingrediente principale dei colliri. Una quantità troppo elevata per un dosaggio normalmente usato e prescritto per automedicazione. Le autorità, allora, sospettarono che il farmaco potesse essere stato ingerito.
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Davanti a una simile evidenza, la 37enne spiegò alle autorità che l’amica, che soffriva di forti disturbi psicologici, si era suicidata bevendo il collirio. A distanza di tutto questo tempo, però, Jessy Kurczewski ha infine confessato: è stata lei a somministrarle il farmaco, portandole da bere una bottiglia d’acqua con disciolte all’interno sei bottiglie di Visine.
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La 37enne è stata accusata venerdì scorso per omicidio e con due capi di reato per furto, secondo i quanto riportato dai documenti del tribunale. La vittima aveva pochi amici e si fidava molto della 37enne, che nel tempo era riuscita a sottrarle circa 300 mila dollari, soldi che le servivano per il gioco d’azzardo. A far rivedere le indagini sono state alcune dichiarazioni rilasciate dai vicini della vittima, che – come spiegato da The Washington Post – hanno affermato con certezza che nonostante i problemi la vittima non si sarebbe mai suicidata.
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