I consumi delle famiglie in Italia hanno subito un crollo record. I nuclei con una coppia e un figlio registrano -8,2%, mentre per quelli con due figli la diminuzione è addirittura pari al -11,7%. Un calo che non è stato provocato esclusivamente dalla flessione del reddito disponibile, bensì anche dalle misure di restrizione dettate dalla pandemia di Covid-19. In assenza di ristoranti e impossibilitati a spostarsi, infatti, gli italiani hanno speso meno.
In Italia i consumi lo scorso anno hanno registrato un crollo record e in questi primi mesi del 2021 stanno faticando a ripartire. Il blocco delle attività dettato dalle misure di restrizione utili a evitare la diffusione del Covid-19 ha provocato una notevole flessione del reddito delle famiglie, ma non è questa la unica fonte del problema. L’Unione Nazionale dei Consumatori, infatti, ha registrato un aspetto consolatorio nello studio dei dati recentemente resi noti dall’Istat. Il calo nei consumi, infatti, deriva anche dalle spesi assenti in virtù delle restrizioni governative, ovvero quelle relative a bar e ristoranti, trasporti e servizi ricreativi.
“Un crollo record. Mai dall’inizio delle serie storiche, iniziate nel 1997, si era verificata una caduta di tale portata, -9% per una famiglia media. Uno tsunami si è abbattuto sulle famiglie italiane“. Lo ha detto in una nota Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, a commento dei dati Istat relativo ai consumi delle famiglie italiane nello scorso anno. “Se i consumi mediamente scendono in un solo anno di 232 euro al mese, per una coppia con due figli precipitano di 390 euro, mentre per una coppia con 1 figlio franano di 248 euro, -8,2%. Il primato tra le tipologie familiari spetta in valore assoluto alle coppie con 3 e più figli con -395 euro, mentre in termini percentuali il primo posto tocca alla famiglia tradizionale, la coppia con 2 figli, con il -11,7%“.
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È da considerare, tuttavia, che la causa del problema non è esclusivamente la flessione del reddito dei nuclei familiari. “Unico aspetto consolante – ha sottolineato il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – è che il calo dei consumi non dipende solo dalla flessione del reddito disponibile delle famiglie, anche se drammatica, -2,8% pari a 32 miliardi, ma anche dal lockdown. Lo dimostra il fatto che a ridursi maggiormente sono le spese più toccate dalle restrizioni governative: servizi ricettivi e di ristorazione (-38,9%) al primo posto, ricreazione, spettacoli e cultura (-26,4%) al secondo, trasporti (-24,6%) al terzo“.
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