Pur di non scontentare Confindustria Giorgetti chiede altri ammortizzatori. L’importante è sbloccare i licenziamenti

Per il ministro dello Sviluppo economico dal blocco licenziamenti si esce con ammortizzatori sociali. Ma si tratta di ulteriore debito per lo Stato in una fase in cui le responsabilità sono scaricate sulle future generazioni e la ripresa incerta. 

Giancarlo Giorgetti ha un unico obiettivo: eliminare il blocco dei licenziamenti. Il ministro per lo Sviluppo economico del Governo Draghi ha deciso di ingraziarsi definitivamente le simpatie di Confindustria e degli imprenditori, al momento la loro richiesta è appunto quella di togliere il blocco. Il vice-segretario della Lega però sa bene che questa sarebbe una misura molto impopolare, ragion per cui il piano prevede che l’Italia adotti un maggior numero di ammortizzatori sociali.

A un evento eccezionale si è risposto con una politica eccezionale come quella del blocco dei licenziamenti. Dal blocco dei licenziamenti si deve uscire con sistema di ammortizzatori sociali che consenta a chi esce dal circuito produttivo di avere un reddito e di essere accompagnato al reingresso nel mondo del lavoro, ci sta lavorando il ministro Andrea Orlando e gestendo la fase transitoria tenendo conto delle specificità di settore in settore” è quanto affermato da Giorgetti  a un evento di Sole 24 Ore e Financial Times. “Ci sono settori che faranno più fatica a riprendere, alcuni sono stati colpiti in modo minore” aggiunge. La risposta “deve essere graduata e differenziata“.

Insomma libertà di licenziare per le aziende ma i prossimi disoccupati siano a carico dello Stato. In una fase in cui stiamo indebitando il Paese per le prossime generazioni, chiedere ulteriori ammortizzatori è una mossa che rimanda le responsabilità al futuro.

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Giorgetti però lascia spazio anche ad affermazioni ottimiste per la ripresa economica dell’Italia, per cui per il Ministro lo sblocco dei licenziamenti sarebbe solo un passaggio. “Io sono ottimista. E lo dico non in modo di circostanza perché tendenzialmente sono legato la realismo che molto spesso in questo periodo ci induce al pessimismo. Sono ottimista perché il piano vaccinale va bene, perché dopo un periodo così buio c’è voglia di vita e questo anima anche gli spiriti imprenditoriali”, ha aggiunto. “Serve domanda e la domanda, sia pubblica che privata, è destinata a crescere – ha detto ancora Giorgetti – e dobbiamo essere in grado di ristrutturare il nostro sistema di offerta produttiva, il sistema delle imprese per riuscire a cogliere questa che sarà una ripresa forte, correggendo gli errori e le storture con cui siamo entrati in questa crisi”.

Andiamo incontro a una fase nuova, in cui anche le istituzioni europee hanno capito che la politica economica non può essere ragioneristica, ma l’imprenditore deve fare l’imprenditore e lo Stato non deve fare lo Stato mamma, ma deve intervenire quando il mercato fallisce e deve andare verso il mondo in cui la cultura del risultato sostituisce o si fa largo rispetto a cultura della forma” continua ancora Giorgetti. Il secondo in comando nel Carroccio ribadisce l’opinione leghista per cui meno burocrazia e meno Stato possano essere un incentivo per gli imprenditori.

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Giorgetti ha parlato di quel “delirio burocratico” che “ha purtroppo contraddistinto la nostra pubblica amministrazione. Ci stiamo muovendo in questo senso, un passo importante è stato il decreto legge che sburocratizza tanti passaggi. Altri ne dovremo fare. E’ l’impegno che ci siamo presi, anche con l’Europa“, ha proseguito. Per il Ministro, “dobbiamo essere parte di un nuovo libro che siamo chiamati a scrivere. Anche per lasciare un mondo migliore dopo di noi”.

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