“Beato” deriva dal Latino e significa “reso felice“. Gesù ci indica cosa ci rende felici, il vero significato della santità.
Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?
Gli avversari e i nemici, sono essi a cadere. (Cf. Sal 26,1-2)
Prima Lettura
Dio ci consola, perché possiamo anche noi consolare quelli che sono nell’afflizione.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
2 Cor 1,1-7
Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla Chiesa di Dio che è a Corinto e a tutti i santi dell’intera Acàia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo.
La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione.
Parola di Dio
R. Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. R.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia. R.
Beati i poveri in spirito.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,1-12
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».
Parola del Signore
“Beato” deriva dal Latino e significa “reso felice”. Nel Vangelo di oggi, Gesù ci indica cosa è che ci rende davvero felici, e quindi qual è il vero significato della santità.
Per essere felici non servono onori, fama e successo. Non servono ricchezze, poteri e piaceri. Saranno felici invece gli afflitti, coloro che non hanno anestetizzato il cuore per evitare di soffrire. Saranno felici gli affamati, nell’anima e nel corpo, i poveri e gli umili. Saranno felici i miti, coloro che hanno pazienza e si accontentano, trovando sempre il bello nelle avversità della vita.
Il commento al Vangelo di ieri
A farci felici sarà la sete di vero bene per gli altri e per noi stessi, la capacità di perdonare, che ci garantirà la misericordia di Dio.
Beato, dice Gesù, è quindi chi per causa sua sarà perseguitato. Chi porterà avanti quella verità scomoda del Vangelo che è l’amore, così difficile da vivere e far capire. In tutto questo, Dio sarà sempre accanto a noi e avrà cura di chi avrà perseverato nel bene da lui indicato e presente nel profondo nella nostra coscienza. Saremo “beati”, felici, quando saremo coerenti con l’amore a cui siamo chiamati e per cui siamo fatti.
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