Le Banche centrali intendono impegnarsi per la promozione di una finanza sostenibile, che possa dare un contributo nella lotta contro i rischi climatici. Lo ha annunciato Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), nel commentare le Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, presentate lo scorso 31 maggio.
L’Italia sembrerebbe essere vicina ad un cambio di passo sul tema della finanza sostenibile. Le banche nel mondo sono ormai da tempo sensibili al problema e, col tempo, i finanziamenti ai progetti green sono sempre più numerosi. Nel 2021, per la prima volta, questi ultimi sono risultati superiori a quelli destinato ad investimenti inquinanti. Una strada di questo genere, in base alle recenti stime, pare si stia percorrendo anche nel nostro Paese. A rivelarlo è stato Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), nel commentare, in un intervento pubblicato sul Sole24ore, le Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, presentate lo scorso 31 maggio.
Le considerazioni di Patuelli sulla finanza sostenibile
Da parte delle banche centrali “sta crescendo l’attenzione verso i rischi climatici e conseguentemente l’impegno per la finanza sostenibile che incorpora considerazioni ambientali, sociali e governo societario nelle decisioni di investimento“. Lo ha scritto Antonio Patuelli nella considerazione pubblicata nell’edizione odierna del quotidiano economico-finanziario.
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“Molto innovativa – spiega il presidente dell’Associazione bancaria italiana – è la cospicua parte di Relazione sulle Banche centrali, i rischi climatici e la finanza sostenibile, tematiche sulle quali la Banca d’Italia fornisce un contributo attivo e partecipa a iniziative internazionali. Vengono analizzati i rischi climatici per l’economia e il mondo finanziario che vi è particolarmente esposto, dati gli stretti rapporti con tutti i settori dell’economia, a causa delle funzioni di intermediazione. La valutazione dell’esposizione finanziaria ai rischi climatici è importante e complessa: per quantificarla sono necessari innanzitutto dati dettagliati riguardo la localizzazione geografica e il contributo carbonico delle singole esposizioni“.
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