L’utilizzo del vaccino Pfizer/Biontech contro il Covid-19 è stato esteso a coloro che hanno più di 12 anni. I pediatri danno parere favorevole alla somministrazione delle dosi ai più piccoli, ma secondo la Sip un obbligo non è da mettere in atto. La precedenza, infatti, è al momento da dare alle categorie più fragili.
La campagna di vaccinazione contro il Covid-19 è stata aperta anche ai più giovani. Quest’oggi sono iniziate le prenotazione senza fasce di età. In alcune regioni anche gli adolescenti, dunque, potranno ricevere la propria dose. Il siero Pfizer/BionTech, infatti, è stato autorizzato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) anche per coloro che hanno tra i 12 e i 15 anni, mentre a partire dai 16 anni il “via libera” era arrivato ormai da tempo. Un contributo al raggiungimento dell’immunità di gregge, in questo modo, sarà dato anche dai ragazzi, seppure questi ultimi difficilmente riportino conseguenze rilevanti in caso di infezione. La Società italiana pediatri (Sip), per questa ragione, ritiene che sia ancora presto per discutere di un obbligo. La priorità, infatti, resta la copertura delle categorie più fragili, ovvero over 60 e persone con patologie.
Annamaria Staiano, presidentessa della Società italiana pediatri (Sip), intervenuta quest’oggi ai microfoni di Buongiorno, in onda su SkyTg24, ha sottolineato l’importanza di vaccinare i giovani contro il Covid-19. I motivi sono variegati: dalla protezione individuale alla sicurezza generale. Essi, infatti, sono un rilevante vettore del virus nel Paese. “Dobbiamo vaccinare quanto più possibile per aumentare la quota dell’immunità di gregge e per bloccare la circolazione del virus evitando anche la possibilità di sviluppare ulteriori varianti“, ha sottolineato. Per imporre un obbligo di vaccinazione, tuttavia, è ancora decisamente presto. “Il mio parere personale è negativo per il momento. Considerando che il rapporto beneficio-rischio del vaccino per loro è più basso rispetto a popolazioni più a rischio, io per ora non lo renderei obbligatorio“.
Un “no” che, ad ogni modo, non deriva da eventuali rischi. “Non perché il vaccino sia pericoloso“, ha puntualizzato Annamaria Staiano, “ma perché dobbiamo ancora vaccinare completamente le fasce più fragili e poi, di fronte alla disponibilità massima di vaccini, valutare l’opportunità dell’obbligatorietà“. Questo genere di decisione, in qualsiasi caso, in futuro spetterà soprattutto agli organi istituzionali, in primis il ministero della Salute.
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La presidentessa della Società italiana pediatri (Sip), ancora una volta, ci tiene ad ogni modo a rassicurare i genitori in merito ai potenziali effetti collaterali derivanti dalla somministrazione del siero – ad oggi Pfizer/BioNtech, ma non è da escludere che in futuro possano esserne autorizzati altri – in quanto “quelli riportati nei trial sperimentali sono minimi e uguali ad altri tipi di vaccinazioni“. Gli studi, tuttavia, verranno portati avanti in questi mesi. “Ci sono alcuni articoli che parlano di possibili miocarditi, però l’ente sia americano che europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie sta esaminando questo rapporto e ha già prodotto un documento dove non si evince un nesso specifico fra questi casi riportati di miocarditi e il vaccino anti-Covid“.
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