Si è concluso con la condanna dei due contabili il primo dei due filoni dell’inchiesta sulla nuova sede della Lombardia film commission.
Due condanne con pene più dure di quelle richieste dall’accusa. Così si è concluso il primo dei due filoni dell’inchiesta sulla nuova sede della Lombardia film commission. I condannati sono i due ex revisori contabili della Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni. Cinque anni per il primo, quattro anni e quattro mesi per il secondo. Il processo è stato svolto con rito abbreviato dal gup di Milano Guido Salvini. Gli imputati sono stati condannati per turbativa d’asta e peculato, in quanto sono stati accusati di aver guidato la compravendita sull’immobile di Cormano. E per farlo, hanno distratto 800 mila euro di fondi pubblici stanziati dalla Regione Lombardia.
Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi avevano chiesto quattro anni e otto mesi per Di Rubba e quattro anni per Manzoni, eppure il giudice dell’udienza preliminare ha aumentato le pene richieste arrivando alle condanne emesse oggi. Oltretutto, Di Rubba e Manzoni saranno interdetti per sempre dai pubblici uffici e dalla professione di commercialista per i prossimi 4 anni. Con le condanne, è arrivata anche la confisca degli immobili acquistati nel 2017 con i soldi della compravendita: due ville a Desenzano sul Garda, sul lago di Garda. In più, il gup ha deciso per un primo parziale risarcimento di 150 mila euro per la fondazione Lombardia Film Commission, e un altro di 25 mila euro per il Comune di Milano.
“Massimo rispetto per la sentenza, ma anche massimo dissenso per la sentenza”, ha detto l’avvocato Piermaria Corso, difensore di Di Rubba e Manzoni. E poi ha preannunciato che farà ricorso in appello, una volta depositate le motivazioni delle condanne, tra al massimo 90 giorni.
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Per quanto riguarda il secondo filone dell’inchiesta, che si svolgerà con rito ordinario, è invece a processo l’imprenditore di Bergamo Francesco Barachetti. Legato ai contabili della Lega, era il principale destinatario di rilevanti somme di denaro incassate dalla Lega, che poi venivano trasferita a favore di enti e società vicine al partito.
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Domani, venerdì 4 giugno, ci sarà una nuova udienza. Gli altri imputati, nel frattempo, hanno già patteggiato: si tratta dei prestanome Fabio Barbarossa e Luca Sostegni, e del commercialista Michele Scillieri. Nello studio di quest’ultimo nel 2017 venne registrata la lista “Per Salvini premier”.
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