Una vita di gioia eterna | Il Vangelo di oggi Mercoledì 2 Giugno 2021

Un cammino lungo una vita, vissuto nel dono di sé non potrà mai essere troppo faticoso, perché avrà in dono la gioia eterna.

Una vita di gioia eterna
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Liturgia di oggi Mercoledì 2 Giugno 2021

  • MERCOLEDÌ DELLA IX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Volgiti a me e abbi pietà,
perché sono povero e solo.
Vedi la mia povertà e la mia fatica
e perdona tutti i miei peccati. (Sal 24,16.18)

Prima Lettura

La loro preghiera fu accolta davanti alla gloria di Dio.
Dal libro di Tobìa
Tb 3,1-11a.16-17a

In quei giorni, con l’animo affranto dal dolore, sospirai e piansi. Poi iniziai questa preghiera di lamento: «Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere. Ogni tua via è misericordia e verità. Tu sei il giudice del mondo. Ora, Signore, ricòrdati di me e guardami. Non punirmi per i miei peccati e per gli errori miei e dei miei padri. Violando i tuoi comandamenti, abbiamo peccato davanti a te. Ci hai consegnato al saccheggio; ci hai abbandonato alla prigionia, alla morte e ad essere la favola, lo scherno, il disprezzo di tutte le genti, tra le quali ci hai dispersi. Ora, quando mi tratti secondo le colpe mie e dei miei padri, veri sono tutti i tuoi giudizi, perché non abbiamo osservato i tuoi comandamenti, camminando davanti a te nella verità.

Agisci pure ora come meglio ti piace; da’ ordine che venga presa la mia vita, in modo che io sia tolto dalla terra e divenga terra, poiché per me è preferibile la morte alla vita. Gli insulti bugiardi che mi tocca sentire destano in me grande dolore. Signore, comanda che sia liberato da questa prova; fa’ che io parta verso la dimora eterna. Signore, non distogliere da me il tuo volto. Per me infatti è meglio morire che vedermi davanti questa grande angoscia, e così non sentirmi più insultare!».

Nello stesso giorno a Sara, figlia di Raguèle, abitante di Ecbàtana, nella Media, capitò di sentirsi insultare da parte di una serva di suo padre, poiché lei era stata data in moglie a sette uomini, ma Asmodèo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. A lei appunto disse la serva: «Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata data a sette mariti e neppure di uno hai potuto portare il nome. Perché vorresti colpire noi, se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro e che da te non dobbiamo mai vedere né figlio né figlia».

In quel giorno dunque ella soffrì molto, pianse e salì nella stanza del padre con l’intenzione di impiccarsi. Ma, tornando a riflettere, pensava: «Che non insultino mio padre e non gli dicano: “La sola figlia che avevi, a te assai cara, si è impiccata per le sue sventure”. Così farei precipitare con angoscia la vecchiaia di mio padre negli inferi. Meglio per me che non mi impicchi, ma supplichi il Signore di farmi morire per non sentire più insulti nella mia vita». In quel momento stese le mani verso la finestra e pregò: «Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto è il tuo nome nei secoli».

In quel medesimo momento la preghiera di ambedue fu accolta davanti alla gloria di Dio e fu mandato Raffaele a guarire tutti e due: a togliere le macchie bianche dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la luce di Dio, e a dare Sara, figlia di Raguèle, in sposa a Tobìa, figlio di Tobi, e così scacciare da lei il cattivo demonio Asmodèo.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale – Dal Sal 24 (25)

R. A te, Signore, io mi rivolgo, in te confido.

Mio Dio, in te confido:
che io non resti deluso!
Non trionfino su di me i miei nemici!
Chiunque in te spera non resti deluso. R.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza. R.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore. R.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R.

Il Vangelo di oggi Mercoledì 2 Giugno 2021

Non è Dio dei morti, ma dei viventi!
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,18-27

In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».

Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli.

Via lattea sublime

Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».

Parola del Signore.

Una vita di gioia eterna | Il commento al Vangelo di oggi Mercoledì 2 Giugno 2021

Credere in Dio e pensare che non ci sia risurrezione e vita dopo la morte è un grave errore, dice Gesù. Infatti Dio è “Dio dei viventi”! Se esiste un Dio non può che voler condividere con noi la sua condizione di vita eterna. Egli infatti non è geloso della sua condizione di esistenza imperitura, ma la dona alle sue creature. La vita dopo la morte però non sarà come quella di quaggiù, o come ce la possiamo immaginare, ci dice Gesù. Saremo, dopo la risurrezione, alla fine dei tempi, come gli angeli: vivremo quindi nella pace, nella lode.

Non ci sarà più bisogno di nulla, ma saremo in una condizione così lontana da quella consueta, che possiamo solo crederci. Questo passaggio di fede, però, è fondamentale per avere un approccio giusto davanti a Dio e al mondo spirituale: quale senso o giustizia ci sarebbe se la vita si limitasse ad essere la “valle di lacrime” che, se non per tutti, è per molti?

La risurrezione ci pone in una visione di uguaglianza e in un certo senso di umiltà, smascherando i nostri comportamenti attuali che ci fanno chiedere: ma io merito veramente una vita, una gioia eterna? E ancora: chi è che merita veramente questo? I “primi” o gli “ultimi” del mondo? Non è mai tardi per ottenere questo grande merito: basta ascoltare Gesù, rinunciare a quello che la nostra coscienza ci rimprovera continuamente e aprirsi al dono di sé, in un cammino lungo una vita, ma mai troppo faticoso perché avrà in dono un giorno una vita di gioia eterna.

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