A 75 anni di distanza dalla nascita della repubblica democratica in Italia, la parità di genere nei diritti non ha ancora trovato una piena realizzazione nel concreto. Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la famiglia, ne è consapevole. L’accademica di Analisi matematica dell’Università di Milano, nel giorno della Festa della Repubblica, ha ribadito la necessità di abolire le disuguaglianze e le ingiustizie sociali.
La Festa della Repubblica si celebra quest’oggi, a distanza di settantacinque anni dalla nascita di quest’ultima in Italia. Un referendum istituzionale, nel dopoguerra, sancì l’abolizione della monarchia, dando vita alla democrazia. Essa, dopo diversi decenni, tuttavia, non è ancora completa. A ribadirlo è stata Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia del governo di Mario Draghi. L’esponente di Italia Viva, sulla scia del Presidente Sergio Mattarella, ha evidenziato come i principi di parità contenuti nel pensiero delle madri costituenti e sanciti dalla Costituzione non vengano tuttora rispettati nella concreta realizzazione, seppure siano sulla carta ben definiti. La strada, in tal senso, appare ancora lunga. L’accademica di Analisi matematica dell’Università di Milano ne ha parlato in una intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero.
Bonetti sulla parità di genere
“Abbiamo tradito il pensiero delle madri costituenti nelle ferite di ogni donna che non ha potuto esprimere davvero se stessa“. A dirlo con convinzione, nel giorno della Festa della Repubblica, è stata Elena Bonetti. La ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, in occasione della celebrazione della democrazia, ha reso omaggio alle donne. “Picchiate, uccise, discriminate: in questi atti sono tradite non solo le madri costituenti ma la nostra scelta della Costituzione“. Un aspetto su cui ieri, nel discorso per l’evento, anche Sergio Mattarella aveva puntato i riflettori. “Dobbiamo riconoscere al presidente di avere acceso il faro di ispirazione e di indirizzo del cammino di tutto il paese, anche in questo momento di ripartenza. Oggi questa parità di genere non è pienamente compiuta ma è un divenire“.
Gli ostacoli alla parità di genere, in questi decenni, sono stati variegati. “Le disuguaglianze e le ingiustizie sociali, l’imposizione di fatto della scelta tra maternità e lavoro, gli interessi di parte e anche una visione troppe volte miope nel mondo dell’economia e del lavoro“. Essi, nella Costituzione, non trovano alcuno spazio, ma troppo frequentemente ciò accade nella realizzazione concreta. “Le madri costituenti hanno, però, dato un carattere preciso alla nostra Costituzione, quello di una Carta aperta a tutti i progressi che possono risultare dal superamento degli ostacoli che, di fatto, impediscono la realizzazione della dimensione umana nella sua interezza. Senza questa apertura la nostra democrazia, che ancora oggi è chiamata a compiersi, non sarebbe vera democrazia“.
Gli obiettivi del Governo
La ministra Elena Bonetti, insieme all’intero Governo di Mario Draghi, intende muoversi al fine di debellare tali ostacoli alla parità di genere. “Con il presidente abbiamo riconosciuto e scelto la parità come motore di sviluppo del paese, e questo, a 75 anni da quell’inizio. Proprio come allora il momento della ripartenza ha avuto bisogno di mettere al centro l’energia delle donne e dare avvio ad azioni concrete“. I progetti sono stati definiti in questi mesi e sono pronti ad essere attuati. “Ci stiamo dotando della prima strategia per la parità di genere nella storia del nostro paese, che individuerà obiettivi precisi e misurabili. Nell’ultimo Decreto è stata introdotta una misura rivoluzionaria per gli appalti pubblici, proprio nell’investimento più grande che il nostro paese ha a disposizione, quello del Pnrr. Abbiamo introdotto condizionalità e premialità sull’assunzione delle donne, sulla tutela della parità di genere, sulle politiche della conciliazione per tutte le imprese che accederanno agli appalti. Abbiamo scelto la promozione delle materie Stem (Scienza, tecnologia, ingegneria, matematica), perché le donne possono portare il loro contributo in tutti i settori e tutti i settori hanno bisogno del contributo femminile“.
LEGGI ANCHE -> Mario Draghi e la sua campagna personale: iniezioni di fiducia al Paese
LEGGI ANCHE -> “Il ddl Zan è una legge inutile e antidemocratica” [VIDEO]
L’Italia, in tal senso, è ancora indietro rispetto ad altri Paesi. La speranza, tuttavia, è quella di compiere passi in avanti al più presto. “Le donne sono state vittime di un modello inefficace e obsoleto che dobbiamo cambiare. Si sono trovate in una condizione di maggiore fragilità perché in posizioni lavorative instabili e sovraccaricate in maniera impari dalla cura familiare. Adesso serve liberare quelle energie, anche attraverso le riforme. Il Family act promuove politiche per la parità di genere nelle famiglie, un investimento deciso nel lavoro femminile e la piena armonizzazione della scelta della maternità e della carriera lavorativa“. Soltanto “quando avremo dato davvero compimento a quella scelta di democrazia che mette in campo tutte le energie femminili come energie necessarie per lo sviluppo del nostro paese” si potrà considerato raggiunto l’obiettivo. “Anche per la politica inizia un tempo nuovo, che non si interpreta con vecchi schemi. Sono certa che – ha concluso Elena Bonetti – le donne sapranno essere protagoniste, ne vediamo già la tracce“.