Russia, in manette il direttore della ong Open Russia Andrei Pivovarov. L’oppositore del Cremlino è stato prelevato da un aereo a San Pietroburgo e arrestato “come parte di un procedimento penale”.
Secondo quanto si apprende dai media internazionali Andrei Pivovarov, l’ex direttore esecutivo di Open Russia, un movimento di opposizione fondato dall’ex oligarca Mikhail Khodorkovsky (ora in esilio), è stato prelevato mentre era a bordo di un aereo a San Pietroburgo e arrestato dalle forze dell’ordine. “Sono appena stato prelevato da un aereo all’areoporto di Pulkovo… L’aereo stava per decollare”, si legge nel post pubblicato lunedì sera dallo stesso Pivovarov tramite il suo account Twitter. A darne conferma ufficiale, però, è stata anche la legale di Pivovarov, Elena Borodina.
In manette Andrei Pivovarov “per procedimento penale”
Andrei Pivovarov è stato arrestato nella giornata di ieri all’aeroporto di Pulkovo. Il direttore della ong è stato costretto a scendere dall’aereo sul quale si era imbarcato e che era già pronto al decollo verso Varsavia, in Polonia. Un episodio, questo, che si verifica qualche giorno dopo che l’organizzazione Open Russia, un movimento di opposizione del Cremlino, ha annunciato il suo scioglimento.
“È stato arrestato come parte di un procedimento penale, ai sensi dell’articolo 284.1 del codice penale relativo alle violazioni della legge sulle ‘organizzazioni indesiderabili‘”, si legge nei tweet pubblicati dai colleghi di Pivovarov. Open Russia ha affermato che la decisione di chiudere il movimento è legata ai progetti di legge avanzati dal parlamento russo che inaspriscono le sanzioni penali per tutti coloro che sostengono e lavorano per delle organizzazioni cosiddette “indesiderabili”. Open Russia, del resto, è stata etichettata come “indesiderabile” nel 2017, in linea con una legge che prende di mira gruppi stranieri accusati di ingerenza politica.
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Proprio Andrei Pivovarov, a seguito dell’entrata in vigore di una legge che impedisce la candidatura alle elezioni a chi abbia lavorato per (o sostenuto) organizzazioni considerate come estremiste, aveva annunciato nei giorni scorsi lo scioglimento di Open Russia “per evitare possibili persecuzioni” – sebbene il Cremlino abbia continuato ad assicurare che la chiusura del movimento non sia affatto da collegare a un’operazione di “epurazione politica“.
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Oltre a Open Russia, tuttavia, nel 2017 la Procura generale russa aveva dichiarato “indesiderabili” anche altre tre organizzazioni legate ad essa, quali Otkrytaya Rossia, Open Russia Civic Movement e Institute of Modern Russia. Movimenti di opposizione, questi, che ricevevano finanziamenti stranieri e che (per le accuse) avevano come obiettivo quello di “istigare le proteste e destabilizzare la situazione politica interna in Russia, minacciando le basi costituzionali e la sua sicurezza”.