Alimenti, causa del 10% degli sprechi è scorretta interpretazione delle etichette

La scorretta interpretazione delle etichette degli alimenti è la causa del 10% degli sprechi nell’Unione Europea. In Italia, ad esempio, il 63% della popolazione non comprende la differenza tra “data di scadenza” e “termine minimo di conservazione”. L’azienda Too Good To Go ha dunque lanciato una iniziativa per spiegare le diciture.

Le etichette degli alimenti spesso non vengono lette nel modo giusto – meteoweek.com

Ogni anno in Europa si sprecano 9 milioni di tonnellate di alimenti a causa della scorretta interpretazione delle etichette. Si tratta di circa il 10% dello spreco alimentare a livello domestico in Europa. Un danno non soltanto economico, bensì soprattutto ambientale. Il risultato, infatti, è di 22 milioni di tonnellate di CO2 immesse nell’atmosfera nel medesimo periodo. L’associazione Too Good To Go (proprietaria della omonima applicazione contro gli sprechi di cibo), per questa ragione, sta promuovendo l’iniziativa “Etichetta Consapevole”. Essa verrà lanciata il 5 giugno, nella Giornata mondiale dell’ambiente, e si occuperà di spiegare in modo semplice, anche attraverso l’utilizzo di illustrazioni, le diciture delle etichette. La campagna è stata promossa già  in altri Paesi come Danimarca, Germania, Svizzera, Francia, Regno Unito, Spagna e Portogallo. Adesso, finalmente, arriva anche in Italia.

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L’errata lettura delle etichette degli alimenti

L’errore più diffuso riguarda la mancata distinzione tra “data di scadenza” e “termine minimo di conservazione”. Una ricerca rivela che il 63% degli italiani non comprende tale differenza. È per questa ragione che alcuni alimenti ancora buoni vengono gettati in virtù del superamento della data entro cui il prodotto è da consumarsi preferibilmente. L’iniziativa “Etichetta Consapevole”, dunque, prevede che nei cibi venga inserita la frase ‘Spesso buono oltre’, accompagnata da alcuni pittogrammi esplicativi. L’obiettivo è quello di incoraggiare i consumatori ad assaggiare i cibi con il Tmc prima di gettarsi. Essi, infatti, potrebbero non essere andati a male, bensì essere nel medesimo stato di un prodotto appena acquistato.

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La nuova etichetta nei prodotti “da consumarsi preferibilmente entro il” – meteoweek.com
Chiara Ferrara

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