La cancelliera tedesca Angela Merkel, insieme ad altri politici e funzionari europei, sarebbe spiata dagli USA con l’aiuto degli 007 danesi. Le intercettazioni sarebbero avvenute attraverso dei cavi sottomarini sotto il consenso della Danimarca.
Secondo una recente inchiesta, emersa da varie testate europee, la cancelliera tedesca Angela Merkel finì nel mirino degli 007 americani durante la presidenza di Barack Obama. Da come si apprende dalle rivelazioni della televisione pubblica della Danimarca (DR), pare tra l’altro che gli Stati Uniti abbiano agito con la consapevolezza delle stesse autorità danesi. In particolare, l’attività di spionaggio sarebbe stata condotta nel periodo che va dal 2012 al 2014, e la cancelliera non sarebbe stata l’unico politico europeo al centro di una simile operazione.
Alleati europei spiati dagli USA con la collaborazione danese
La notizia è partita da un’inchiesta giornalistica condotta a più mani, e che vede protagonisti diversi media europei – quali la radio danese DR, l’emittente svedese SVT, la norvegese NRK, le testate tedesche NDR, WDR e Suddeutsche Zeitung, e il giornale francese Le Monde. Secondo quanto viene riportato, dunque, pare che la National Security Agency (NSA, agenzia di intelligence americana), in piena presidenza Obama, abbiano spiato la Merkel e altri politici e funzionari dell’Unione europea. In particolare, secondo l’inchiesta della tv DR, gli 007 americani, con l’aiuto dell’unità di intelligence militare danese FE, avrebbero intercettato i cavi sottomarini delle telecomunicazioni della Danimarca per spiare figure di spicco in Germania, Svezia, Norvegia e Francia.
Nell’inchiesta, tuttavia, non è ancora stato chiarito se il governo di Copenaghen fosse al corrente o meno del tipo di operazioni che gli Stati Uniti stavano conducendo sugli alleati europei. Ad ogni modo, pare che la NSA sia stata in grado di accedere a messaggi sms, chiamate telefoniche e traffico Internet, comprese ricerche, chat e servizi di messaggistica.
L’attività di spionaggio statunitense sarebbe stata descritta in un rapporto segreto del gruppo di lavoro interno della FE, intitolato “Operazione Dunhammer“. Presentato al top management della FE nel maggio 2015, da quel momento nell’intelligence danese sarebbero stati disposti diversi licenziamenti sotto le generiche accuse di “attività di intercettazioni illegali”. Dal canto suo, la ministra della Difesa Trine Bramsen, insediatasi nel giugno 2019, sarebbe stata inoltre informata di tale operazioni nell’agosto 2020.
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Dura la reazione dei premier europei
All’apprensione della notizia, la stessa ministra avrebbe immediatamente preso le distanze da quanto emerso. “La sistematica intercettazione degli alleati è inaccettabile”, ha infatti spiegato Trine Bramsen, co il governo tedesco che ha fatto eco dello sconcerto. “Questa è una valutazione che condividiamo appieno”, ha infatti dichiaato il portavoce di Berlino, Steffen Seibert, che ha spiegato come l’esecutivo tedesco stia già cercando di verificare le notizie emerse attraverso i “contatti” con i vari organismi nazionali e internazionali.
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Il presidente francese Emmanuel Macron, invece, in conferenza stampa congiunta con Angela Merkel, ha dichiarato che si tratta di episodi “inaccettabili tra alleati, e ancora meno tra alleati e partner europei”, tanto da esigere “risposte” per “chiarire quello che è successo”. Anche per la premier norvegese Erna Solberg, del resto, “è inaccettabile che Paesi con una stretta cooperazione sentano la necessità di spiarsi l’uno con l’altro”, tanto da aver ufficialmente avanzato alla Danimarca la disponibilità al rilascio di “tutte le informazioni in suo possesso”.