Il Brasile aveva chiesto l’estradizione di Leonardo, il figlio del boss Tano Badalamenti, per una condanna a cinque anni per traffico di sostanze stupefacenti. La Corte d’Appello di Palermo, tuttavia, ha detto “no” in virtù delle condizioni carcerarie eccessivamente crudeli del Paese sudamericano. L’uomo, dunque, resterà in libertà.
I giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo hanno emesso il verdetto nei confronti di Leonardo Badalamenti, figlio del boss Tano (mandante del delitto di Peppino Impastato). L’uomo, che si trovava nella struttura penitenziaria Pagliarelli del capoluogo siciliano dallo scorso 4 agosto per avere tentato di entrare in possesso di un casolare in precedenze sequestrato alla mafia e successivamente a lui restituito dalla Corte d’Assise di Palermo, è stato scarcerato. Non è sottoposto, dunque, ad alcuna condanna in Italia. Al vaglio, piuttosto, ce n’era una maturata alcuni anni fa all’estero per traffico di stupefacenti. La magistratura, a tal proposito, in accordo con il team di avvocati della difesa, ha negato l’estradizione del sessantunenne in Brasile. Il Paese sudamericano aveva richiesto che la pena di cinque anni venisse scontata nel loro territorio. Questa possibilità, tuttavia, è stata esclusa in virtù delle condizioni di reclusione eccessivamente dure che vigono in quei luoghi.
La Corte d’Appello di Palermo ha ritenuto inammissibile la richiesta di estradizione del Brasile. Il figlio del boss Tano Badalamenti, dunque, non sconterà la pena di cinque anni per traffico di stupefacenti in Sudamerica. «Non è qui richiesto, ne ritenuto opportuno riportare le prove e le scansioni procedurali che hanno giustificato la condanna definitiva del Badalamenti». Lo si legge nella sentenza dei giudici. «Nell’impossibilità di accertare che Badalamenti non sarà sottoposto a `maltrattamenti, torture e trattamenti crudeli, disumani e degradanti´ e, anzi, nella ragionevole convinzione che tali condizioni in concreto si verificheranno, la richiesta di estradizione a parere di questa Corte deve essere rigettata»
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La richiesta sugli accertamenti istituzionali relativi alle condizioni carcerarie in Brasile era partita dagli avvocati Baldassare Lauria e Nino Ganci. Il procuratore generale Carlo Marzella, infatti, aveva inizialmente espresso parere favorevole all’estradizione. Sono stati acquisiti, a tal proposito, report di organizzazioni non governative come Amnesty International o l’Unhcr nonché documenti dell’ambasciata italiana di San Paolo. Le informazioni le informazioni ricevute per via diplomatica erano tuttavia «assolutamente generiche», tanto che «non vengono indicate le misure `dell’alloggio´, né `il numero degli occupanti´», evidenziando l’assenza di «informazioni `individualizzate´ sul regime di detenzione che sarà riservato in concreto all’estradando». I magistrati della Corte d’Appello, dunque, detto no all’estradizione. Leonardo Badalamenti resterà in Italia in libertà.
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