Tragedia Mottarone: «Tadini dichiarò il falso, sentiva rumori quel giorno»

Tragedia Mottarone – Meteoweek

La Procura di Verbania ha disposto la permanenza in carcere dei tre indagati per la tragedia del Mottarone, Luigi Nerini, Gabriele Tadini ed Enrico Perocchio. Il motivo di questa decisione è legato al fatto che i tre fermati continuando a lavorare in questo settore potrebbero rimettere in pericolo la sicurezza pubblica e quindi reiterare il reato. La custodia in carcere è stata, inoltre, richiesta per evitare il pericolo di inquinamento probatorio. Nerini, Tadini e Perocchio, infatti, non si sono presentati immediatamente dopo la tragedia e potrebbero accordarsi sulle dichiarazioni da rilasciare.

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«Udì rumori quel giorno»

Gabriele Tadini, il responsabile dell’impianto della funivia, il 22 e il 23 Maggio, giorno della tragedia, nel «registro giornale» annotò il falso parlando di «esito positivo dei controlli». Quanto scritto da Tadini, però, non corrisponde alla verità. Quel giorno, infatti, «sentì provenire dalla cabina un rumore-suono caratteristico riconducibile alla presumibile perdita di pressione del sistema frenante della cabina che si ripeteva ogni due-tre minuti».

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I pm ritengono che, per ovviare al problema, Gabriele Tadini decise di lasciare «inseriti i forchettoni rossi» senza segnalare «l’anomalia sull’impianto». Lo stesso è accusato dalla Procura di non aver segnalato «tempestivamente all’Ustif del Piemonte e Valle d’Aosta tutte le anomalie e irregolarità riscontrate nel funzionamento dell’impianto».

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