Con una fede ferma potremmo vedere miracoli; a patto però che nel nostro cuore ci sia amore. Senza carità, dice San Paolo, la fede è nulla.
Il Signore è il mio sostegno,
mi ha portato al largo,
mi ha liberato perché mi vuol bene. (Cfr. Sal 17,19-20)
I nostri padri furono uomini di fede, e le loro opere giuste non sono dimenticate.
Dal libro del Siràcide
Sir 44,1.9-13
Facciamo ora l’elogio di uomini illustri,
dei padri nostri nelle loro generazioni.
Di altri non sussiste memoria,
svanirono come se non fossero esistiti,
furono come se non fossero mai stati,
e così pure i loro figli dopo di loro.
Questi invece furono uomini di fede,
e le loro opere giuste non sono dimenticate.
Nella loro discendenza dimora
una preziosa eredità: i loro posteri.
La loro discendenza resta fedele alle alleanze
e grazie a loro anche i loro figli.
Per sempre rimarrà la loro discendenza
e la loro gloria non sarà offuscata.
Parola di Dio.
R. Il Signore ama il suo popolo.
Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion. R.
Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria. R.
Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli. R.
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni. Abbiate fede in Dio!
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 11,11-25
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono.
Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
“La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le nazioni”?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.
La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato».
Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».
Parola del Signore.
Gesù scaccia i mercanti che con le loro merci vogliono passare attraverso il tempio: quel luogo sacro non deve essere contaminato da compravendite, e l’incontro con Dio deve rimanere intatto rispetto alle dinamiche e gli appetiti del mondo. Quanto più la nostra fede in Dio è forte, tanto più abbiamo facciamo un incontro vero con Dio, distaccato dalle cose materiali e da ciò che si vede, e possiamo veder realizzato l’impossibile.
Gesù infatti, dopo che ebbe fame, incontrato un fico senza frutti, lo maledice, e il fico si secca. Gli apostoli, visto questo prodigio, rimangono meravigliati, ma ancor più forte è la risposta di Gesù: “se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà”.
Se avessimo davvero una fede ferma, concreta ma allo stesso tempo scorporata dalla materialità che ci induce a dubitare di ciò che non si vede, potremmo vedere miracoli, ci dice Gesù; a patto che nel nostro cuore ci sia la capacità di amore e di perdono. Senza la carità, dice San Paolo, la fede è nulla, è vana.
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