Pd, M5S e LeU trovano l’accordo per il candidato unico nella città partenopea. E’ la prima volta dall’inizio dell’alleanza e le possibilità di vittoria sul Centrodestra sono alte.
Alla fine ha ceduto alle pressioni, Gaetano Manfredi sarà il candidato del Centrosinistra per la poltrona di sindaco di Napoli alle prossime amministrative. Una sorpresa viste le dichiarazioni dell’ex-ministro dell’Università del Conte II della scorsa settimana in cui si era reso indisponibile e sottolineava come il Comune fosse in una situazione economica e organizzativa drammatica e “le passività superano abbondantemente i cinque miliardi di euro tra debiti e crediti inesigibili“.
“Voglio ripartire dalle periferie, non solo quelle geografiche” afferma Manfredi dopo l’annuncio ufficiale. “Dobbiamo ricominciare dai nostri giovani che emigrano, per studiare o per lavorare. E dalle disuguaglianze che frenano tutto il Sud” afferma alla presentazione del programma “Patto per Napoli” sottoscritto da Letta, Conte e Speranza. “Dopo la mia lettera su Napoli – spiega l’ex-ministro dell’Università – si è aperto un dibattito nazionale. Non solo su Napoli, ma sul grande tema dei Comuni, rimasto sotto traccia in tempo di Covid. E nel Patto ci sono risposte ad alcune mie richieste”.
Manfredi al momento è l’unica candidatura alle amministrative su cui M5S e PD siano riusciti a trovare un accordo che li legasse, dopo i fallimenti di Torino, Milano e Roma. Scavalca le ambizioni di Roberto Fico che sperava di concorrere nella sua città e si pone come il favorito per la vittoria.
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Il primo impegno di Manfredi qualora eletto sarà quello del Piano straordinario di assunzione e riqualificazione di personale. Al Comune di Napoli si è passati in 10 anni dai 10.800 dipendenti del 2011 ai 5mila di oggi, “numeri che dicono già tanto – commenta – delle grandi difficoltà di cui soffrono in proporzione tanti enti locali. Per cui è giusto sia il Governo a farsene carico. Un documento importante anche da un altro punto di vista: lo considero un atto di chiarezza, da parte dei leader nei confronti degli elettori. C’è una grande volontà e necessità di ripartire: ma bisogna mettere in moto una macchina. E una città che funziona è un bene di tutti. È servito ragionare di questo”. Per Manfredi è necessario “riconnettere Napoli con l’Europa. Parliamo di una grande città, che da sempre ha un suo respiro culturale e progettuale internazionale. Ma bisogna richiamare tutte le intelligenze, offrire motivi ai giovani per restare. Si partirà dalle periferie: non solo luogo di sofferenza, ma anche di grande opportunità per la crescita. Come le sacche di disagio nel centro storico acuite dal Covid. Bagnoli per me dovrà essere il luogo in cui transizione digitale ed ambientale si incontrano. Il luogo simbolo della nuova Napoli”.
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“Questa non è la partita mia, o del Pd e dei 5S – conclude Manfredi – Questa è una grande sfida collettiva. Perciò, accanto alla gratitudine per la stima di due importanti leader e di tutta la coalizione, metto le parole di incoraggiamento e fiducia che vengono da tanti cittadini. Devo e voglio ascoltare. Molto, tutti. Perché per agire ed incidere su una città splendida e difficile come Napoli, c’è davvero bisogno di una grande partecipazione civile”.