Lo «stato di emergenza» a Tokyo e in altre otto regioni del Giappone verrà prorogato almeno fino a giugno. La decisione dovrebbe essere formalizzata nelle prossime ore a seguito di una task force. La preoccupazione a fronte della diffusione del Covid-19 in vista dei Giochi Olimpici, in programma a luglio, resta molto alta.
Il Giappone andrà avanti con le misure di emergenza almeno fino al 20 giugno. La proroga riguarderà le prefetture di Tokyo, Osaka, Hokkaido, Aichi, Kyoto, Hyogo, Okayama, Hiroshima e Fukuoka. Il Premier Yoshihide Sug dovrebbe annunciare la decisione a seguito di un incontro con una task force di esperti. Lo «stato di emergenza» è in vigore ormai da aprile, ma non si sono finora registrati miglioramenti netti. La campagna di vaccinazione, infatti, sta procedendo eccessivamente a rilento. Soltanto nei giorni scorsi sono stati aperti i primi hub vaccinali per la somministrazione delle dosi alla popolazione. Fino a quel momento avevano ricevuto il siero esclusivamente gli operatori sanitari e poche altre categorie prioritarie, per un totale del 5% della popolazione. I numeri non sembrano essere sufficienti, soprattutto in virtù del fatto che mancano appena due mesi all’inizio dei Giochi Olimpici 2021.
L’allerta per i Giochi Olimpici di Tokyo, in programma a luglio, resta alta. Un ulteriore rinvio dell’evento è da escludere, ma i rischi sono elevati in base al parere degli esperti. Sugli spalti non saranno presenti spettatori stranieri. Non è stato ancora deciso, però, se potranno esserci quelli locali. Molto dipenderà dai dati relativi alla diffusione del Covid-19 in Giappone nei prossimi due mesi. La speranza è che la curva dei contagi si riduca, ma sembra una corsa contro il tempo. Intanto le varianti presenti nello Stato orientale – quella brasiliana e quella autoctona – contribuiscono a creare timori.
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Da stilare, inoltre, i protocolli sanitari relativi alla competizione. Il Comitato internazionale olimpico, in tal senso, dovrà varare misure rigorose affinché la sicurezza sia assicurata. Gli atleti, infatti, dovrebbero arrivare in sede già vaccinati nei rispettivi paesi, ma restano alcuni nodi da sciogliere. Uno tra questi riguarda i più giovani. La maggior parte dei Governi, infatti, non ha ancora autorizzato la somministrazione del vaccino contro il Covid-19 agli adolescenti. Coloro che hanno meno di 16 anni, dunque, probabilmente ne rimarranno quasi totalmente sprovvisti.
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