A Eboli un docente definisce gli omosessuali malati da curare. Non è il primo grave caso per i professori della scuola Matteo Ripa di Eboli.
Ennesimo brutto caso di omofobia, questa volta ad aggravare la situazione è il fatto che avvenga dentro una scuola: “I gay sono malati, vanno curati” avrebbe dichiarato un professore davanti alla sua classe. Il fatto è avvenuto scuola media Matteo Ripa di Eboli, in provincia di Salerno. Gli studenti stavano discutendo del Disegno di legge Zan che punisce l’omofobia e il docente ha si sarebbe espresso in questo modo, definendo anche gli omosessuali “scarti della natura” e ripetendo che “alcune persone si mostrano omosessuali solo per darsi un contegno diverso“. Una volta venuti a conoscenza del fatto, i genitori degli alunni si sono attivati, tanto che il caso arriva addirittura in Parlamento.
Ma il professore sotto accusa non è nuovo a uscite sbagliate. In questi mesi, stando ad alcuni testimoni, se la sarebbe presa anche con gli scienziati colpevoli “di aver scatenato la pandemia internazionale con il Covid-19“, colorando il tutto con aggettivi ingiuriosi e turpiloquio. Rimane comunque alta l’attenzione, il timore a scuola è che i ragazzi possano aver ingigantito le frasi del professore o frainteso le sue intenzioni.
A ogni modo “abbiamo già preso i dovuti provvedimenti” risponde una collaboratrice della dirigente scolastica. “Ci hanno spiegato che c’è un’indagine interna” dichiara la presidente del consiglio d’istituto. Per Fatiha Chakir, madre con figli alla scuola Matteo Ripa, è il momento di una protesta più eclatante: “Non è il primo episodio, è ora di far sentire la nostra voce come genitori. Gli insegnanti che non rispettano la Costituzione devono essere sospesi“. Giudizi personali, idee politiche, orientamenti sessuali “a scuola non devono essere pronunciati” conclude Chakir.
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Non è la prima volta che la scuola Matteo Ripa finisce sui giornali per polemiche legate ai docenti. Nel 2018 una insegnate di religione aveva contestato la candidatura in Parlamento di un politico musulmano, sostenendo l’Italia avrebbe “ceduto al fascino dell’Islam“. Il fatto si è ripetuto il 12 marzo scorso, quando la stessa insegnante, durante una lezione in Dad, aveva pubblicato alcuni messaggi deliranti, paragonando i terroristi a tutti i religiosi: “I musulmani compiono attentati kamikaze pensando che dopo la morte Allah li porterà in paradiso“. A indignarsi contro la professoressa cattolica gli stessi colleghi: “Noi facciamo un lavoro educativo meticoloso e lei rovina tutto“.
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