Omicidio di Emanuele Morganti, in libertà i tre assassini che l’hanno massacrato di botte. L’amarezza della sorella Melissa: “Emanuele e la nostra famiglia uccisi ancora una volta”.
Dai domiciliari alla libertà. Michel Fortuna e i fratellastri Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, accusati di aver ucciso Emanuele Morganti a calci e pugni, troveranno entro l’11 giugno la scadenza dei termini di carcerazione preventiva. Su richiesta della Procura generale, per loro scatta soltanto l’obbligo di dimora e il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione dalle ore 22 alle 7. Dopo aver evitato la condanna di omicidio volontario, la loro ordinanza è stata firmata nella giornata di ieri dal presidente della Corte d’appello di Roma. A pronunciarsi per ultima sarà la Cassazione, a cui è già pervenuto il ricorso contro la sentenza di Appello della famiglia Morganti e della Procura.
Tornernanno in libertà entro i prossimi giorni, mentre rimarranno in attesa della sentenza definitiva. Paolo Palmisani, Mario Castagnacci e Michel Fortuna sono i tre giovani condannati a 14 anni per l’omicidio di Emanuele Morganti, morto a soli 20 anni a seguito di un’aggressione avvenuta a marzo 2017 all’esterno di un locale notturno di Alatri (Frosinone). Per loro la Procura generale ha richiesto soltanto l’obbligo di dimora.
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Con i giudici che hanno respinto la tesi dell’accusa dell’omicidio volontario, derubricandolo a preterintenzionale, la perizia medico-legale ha inoltre dichiarato che il giovane non è morto per le botte ricevute dal trio (in una “caccia all’uomo” avvenuta in piazza, davanti agli occhi sgomenti dei presenti) ma a causa dell’urto avvenuto contro un veicolo in sosta. Fatale sarebbe risultato, infatti, l’impatto contro il mezzo, addosso al quale il giovane sarebbe caduto mentre cercava di scappare. Arrestati tutti tra marzo e aprile 2017, per Palmisani e Castagnacci (l’unico ancora in carcere per reati pregressi di spaccio) i termini di custodia cautelare scadono dunque il 30 maggio, mentre per Fortuna l’11 giugno.
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All’apprensione dell’ordinanza, sono state dure le parole rilasciate dalla sorella di Emanuele, Melissa Morganti. “Ci sentiamo delusi da questa giustizia che favorisce i delinquenti e che grazie alle lungaggini della burocrazia rimette in libertà degli assassini. In un paese civile cose di questo genere non dovrebbero accadere. Emanuele e la nostra famiglia uccisi ancora una volta“, ha infatti dichiarato ai giornalisti che l’hanno raggiunta. E assieme a lei, l’amarezza e lo sconforto vengono sollevati anche dal primo cittadino di Alatri, Giuseppe Morini. “È scandaloso che a questa famiglia sia stato negato anche il diritto di una condanna certa in tempi ragionevoli“, ha infatti dichiarato il sindaco.
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