Ragazza di 30 anni finisce in stato vegetativo dopo un intervento alla gamba. La famiglia chiede di staccare la spina.
La ragazza di 30 anni di Feltre, in provincia di Belluno, Samantha D’Incà è finita in coma a novembre dopo un’operazione alla gamba all’ospedale San Martino. Da allora la ragazza si trova in stato vegetativo e la famiglia ha chiesto di esaudire la volontà della figlia. Samantha, infatti, aveva affermato più volte, anche se solo oralmente, di non voler subire accanimento terapeutico. La famiglia ha quindi intrapreso il percorso per il fine vita. Ma il Comitato etico dell’Ulss bellunese è contrario e la vicenda, simile al caso Englaro, è finita in tribunale.
L’appello della famiglia della 30enne in coma è quello di giustizia. “Samantha amava la cucina e il mare, erano le sue grandi passioni. Ma con lei parlavamo spesso anche della morte e mentre io le dicevo di essere troppo giovane per pensarci lei era determinata. Diceva che se le fosse successo qualcosa di irreversibile non doveva esserci accanimento e che a decidere doveva essere chi le stava vicino“, spiega il fratello gemello di Samantha, Manuel, come riporta Il Messaggero. “Chiedo solo giustizia per mia figlia, e che finalmente possa trovare la pace: staccate la spina“ è invece il grido di dolore della madre della giovane.
La vicenda è molto simile a quello che successe nel caso Englaro. Ma ai tempi non vi era una legge. Oggi a differenza di allora c’è una legge che disciplina il fine vita. Si tratta della 219 del 22 dicembre 2017, norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, entrata in vigore il 31 gennaio 2018.
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A sottolineare la differenza con i tempi del caso di Eluana è proprio il padre Beppino Englaro che interviene sul caso della 30enne in coma. “Senza disposizioni anticipati di trattamento, chiare e inequivocabili per una futura capacità di autodeterminarsi non se ne esce. Il caso ha voluto che mia figlia conoscesse solo il bianco o il nero per quanto riguarda la sua vita. Mi dispiace che questa ragazza in questo momento si trovi scoperta. Che non avesse voluto affrontare questo tema, con disposizioni scritte. Si tratta di decisioni che vanno affrontate fino in fondo e con le idee chiare o si incorre in queste situazioni. Senza si è spacciati.”
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Esprime solitudine nei confronti della famiglia per questa situazione. “E questo succede sia a lei che ai suoi familiari che si trovano oggi in una situazione infernale. Ora si può, mi dispiace che Samantha non abbia fatto sua questa possibilità. Prima non c’era“. Inoltre, Beppino Englaro sottolinea la necessità di provvedere su questa materia per far si che sia possibile autodeterminarsi. “Determinante è la conoscenza e la consapevolezza di quanto sia pericoloso chiamarsi fuori senza lasciare disposizioni anticipate di trattamento, in una situazione di incapacità di autodeterminarsi”.