La tassa di successione preleverebbe una percentuale irrisoria ma darebbe un po’ di riequilibrio sociale.
“Non è il momento di prendere i soldi ai cittadini, ma di darli“. La risposta di Mario Draghi alla proposta di una tassa di successione, avanzata dal segretario del Pd Enrico Letta, per agevolare i più giovani ha stoppato ogni possibilità di una sorta di rivoluzione fiscale che finalmente preveda in Italia una redistribuzione delle risorse che non sia solo debito da far gravare sulle future generazioni.
Eppure lo stesso Presidente del Consiglio ha più volte parlato di giovani e di rilancio del Paese in ottica di generazioni future. Ma in Italia a quanto pare è più facile approvare un’imposta che tassi il lavoro piuttosto che il patrimonio. Tassare la ricchezza è ancora troppo scomodo e politicamente sconveniente. Inoltre la proposta di Letta è ancora troppo “morbida”. Il capo dei dem infatti vorrebbe che i soldi prelevati andassero ai 18enni in una forma non ben definita. Ma quella fascia di popolazione non è la più martoriata né quella più in difficoltà.
Persino il Fondo Monetario Internazionale ha fatto notare come negli ultimi decenni i più ricchi in Italia abbiano usufruito delle basse tasse nel nostro Paese, suggerendo di aumentare la progressività dei prelievi fiscali per compensare almeno in parte l’ulteriore incremento delle diseguaglianze causato dalla pandemia. Il Covid infatti ha aumentato il divario tra ricchi e poveri in Italia (e non solo) creando marginalizzazione e rischio di nuove pesanti tensioni sociali.
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E a chi dice che “creare nuove tasse farà arrabbiare gli italiani” si può facilmente rispondere che secondo un sondaggio realizzato da Tax Justice Italia, associazione che promuove sistemi fiscali più equi attraverso la ricerca, due italiani su tre sono favorevoli a una patrimoniale per aumentare le risorse per combattere la crisi dovuta al Covi. Anche gli elettori dei partiti tradizionalmente più avversi al fisco sono favorevoli a una redistribuzione delle risorse tramite prelievo come Forza Italia (66%), Lega (65%) e Fratelli d’Italia (59%).
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