La famiglia della 19enne, morta nel 2015 sotto un cavalcavia dell’A14 a Tortoreto (TE), non crede all’ipotesi suicidio
Che cosa c’entrano le foto hard con il presunto suicidio (che per la famiglia della ragazza è un omicidio) di Giulia Di Sabatino, precipitata da un ponte a 19 anni nei pressi di Tortoreto (Teramo)? È a tale quesito che dovrà trovare risposta il processo partito a Teramo in cui è imputato F.G. Totaro, 30 anni, di Giulianova (Teramo), per induzione alla prostituzione e pornografia minorile.
Nei suoi dispositivi informatici gli inquirenti hanno scoperto 134mila file che aveva cancellato, di cui circa 42mila foto e 2 mila video di rapporti sessuali con Giulia. La 19enne fu ritrovata morta nel settembre 2015 sotto il cavalcavia dell’A14 all’altezza di Tortoreto (TE). Da lì scattò un’indagine in cui Totaro era indagato con altre due persone, le cui posizioni furono archiviate.
Intanto la famiglia di Giulia si sta preparando a chiedere una riapertura dell’inchiesta per il decesso della ragazza in attesa che i loro consulenti depositino un rapporto con prove che sarebbero venute fuori dalle indagini difensive. Intanto ieri, le amiche della 19enne e la cugina, all’epoca dei fatti minorenni, hanno raccontato in Tribunale dei rapporti con l’imputato e le sue continue richieste di foto di loro nude. F., 26 anni, ha detto:«La nostra è stata un’amicizia complessa. Io gli volevo bene e lui ne voleva a me. Peppe, però, aveva una natura disturbata che ogni tanto veniva fuori e per questo poi ho voluto chiudere con lui».
La ragazza ha detto che tra loro non c’è stato mai amore:«Facevamo giochi erotici, non avevamo rapporti completi. Io ero sempre consenziente». Lei era minorenne, lui aveva poco più di 20 anni. E poi c’erano dei regali che Totaro le faceva, ma da quanto si apprende non solo a lei ma anche ad altre ragazze tra ricariche, giacche, borse, uova di Pasqua, soldi. Come confermato dalla cugina di Giulia, con cui la stessa 19enne si era confidata:«Me lo disse lei che per un rapporto sessuale Totaro le aveva dato mille euro». «Una volta», ha detto C., «pure a me ha offerto del denaro per delle foto mie che gli avrei dovuto mandare, ma non l’ho fatto perché io di lui non mi fidavo».
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Eppure, pare che Totaro abbia inviato via whatsapp a tutte le ragazze le foto hard delle altre per pavoneggiarsi. E a tutte chiedeva in modo pressante di fotografarsi nude o avere rapporti con lui e altre. In cambio le avrebbe ricambiate tutte con regali.