Draghi ferma la proposta di Letta e dice con “chiedere soldi ai cittadini”. Ma si tratta di una tassa su eredità superiori ai 5 milioni di euro
Di nuove tasse Mario Draghi non vuole sentire parlare. Anche se la proposta di Enrico Letta prevede di finanziare una sorta di “dote per i diciottenni” con una tassa di successione con un prelievo sulle successioni più ricche, ovvero quelle superiori ai 5 milioni di euro (circa l’1% del totale). Una sorta di patrimonale, idea già avanzata dai partiti di Centrosinistra in Parlamento che non trova appoggi in maggioranza, in opposizione ed è tema di dibattito interno al Pd.
“Per la generazione più in crisi un aiuto concreto per studi, lavoro, casa – ha scritto il segretario dei dem in un tweet -. Per essere seri va finanziata non a debito (lo ripagherebbero loro) ma chiedendo all’1% più ricco del paese di pagarla con la tassa di successione“. Per venire incontro agli alleati in una intervista ha dichiarato di essere “disposto a venire a patti anche sulla legge elettorale“.
Mario Draghi ha però stoppato la proposta di Letta nella conferenza stampa di presentazione del Dl Sostegni bis. Alla domanda di una giornalista, il premier risponde: “Non ne abbiamo mai parlato, non l’abbiamo mai guardata ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli“. Insomma di prendere soldi dalla parte più ricca del Paese in una idea di redistribuzione delle risorse e della ricchezza non se ne parla.
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Centrodestra compatto nel rispondere con un secco NO a Letta. “Anche in questa circostanza c’è piena sintonia con il premier Draghi, se c’è una cosa di cui l’Italia non ha bisogno sono nuove tasse. Letta e il Pd si rassegnino“, ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini su twitter, mentre per Forza Italia “Fintanto che al governo ci saranno Fi e il centrodestra, Letta si scordi qualsiasi irricevibile aumento di tasse – afferma Roberto Occhiuto, capogruppo di Fi alla Camera -. Il segretario dem vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani? Lo dica ai cittadini in campagna elettorale e proponga al Paese un esecutivo di sinistra con al primo punto l’aumento della pressione fiscale. Per quanto ci riguarda quella di Letta è un’idea non percorribile da questo governo di unità nazionale che ha come obiettivi il supe amento dell’emergenza sanitaria ed economica“. A seguire anche Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, che per la prima volta elogia il premier: “Bene Draghi sulla proposta di Letta sulla tassa di successione. Meno tasse e burocrazia, più libertà d’impresa: questo serve all’Italia per rialzarsi e se il Governo seguirà questa strada troverà il sostegno di Fdi”.
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Non solo Centrodestra, anche Italia Viva è contraria e lo esprime Davide Faraone, capogruppo in Senato, che definisce la proposta dem “fuori dal mondo” mentre dal Movimento 5 Stelle tutto tace. Solo Sinistra Italiana è d’accordo, il segretario Nicola Fratoianni definisce la reazione di Draghi “disarmante“. Dentro al Partito democratico difendono la scelta del segretario il vice Peppe Provenzano (“tassare l’1% più ricco, che eredita milioni di euro o li riceve in dono, non è prendere: è restituire alla società“) e il ministro del Lavoro Andrea Orlando: “Io credo che un fisco che sposta il peso dal lavoro e dall’investimento verso la rendita e il patrimonio è un fisco che è più favorevole alle nuove generazioni. Quello che ha posto il nostro segretario è un punto di partenza importante. A chi andranno le risorse messe in campo da recovery nei prossimi anni? È un tema di politica e di democrazia“.
Nonostante manchi un valido appoggio politico, Letta non ha ritirato la proposta ma anzi rilancia: “Noi mettiamo i giovani al centro della nostra azione, sono loro la parte più colpita dalla pandemia: quei giovani delusi e in difficoltà. Per questo abbiamo messo in campo la nostra proposta della dote ai 18enni, non da finanziare con il debito, che ripagherebbero loro“.
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